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Mostra Shuskin

Coperto da un piccolo giardino dove file interminabili di turisti si moltiplicano, il civico 12 di via Volkhonka a Mosca, ci pone davanti il Museo delle arti figurative Puskin, che a partire dal 1912 cominciò a diffondere l’arte europea in un’ambiente ancora troppo elitario.

Oltre alla collezione permanente di cui non possiamo non citare uno straordinario Boltraffio, raffigurante un giovane (S Sebastiano?)appartenuto al grande collezionista Stroganov, ci imbattiamo nella collezione d’arte Moderna del museo, la cui storia assai interessante, abbiamo premura di raccontare…

La grande acquisizione d’arte europea, avviene infatti grazie a due figure centrali per l’arte del Novecento. I collezionisti Morozov e Shchukin, due grandi amanti e mercanti d’arte, che fecero delle collezioni del Puskin e dell’Hermitage, alcune tra le più importanti al mondo.

Proprio alla figura di Sergej Shchukin(1854-1936) è dedicata una mostra temporanea allestita nelle grandi sale del Primo Piano del museo. La mostra vuole infatti rimettere insieme la storia di un uomo che affascinato dall’arte, apprezzò e collezionò centinaia di tele straordinarie, ora distribuite tra Mosca e S. Pietroburgo. Il commerciante di tessuti Shchukin viaggò sul finire del ‘800 in quella Francia che respingeva le nuove avanguardie, limitandosi a considerare belve quegli artisti che non provava neanche a comprendere. Proprio quegli artisti incompresi attirarono i fratelli Shchukin che seppero riconoscerne il genio artistico, incentivandone la produzione. Era il 1904 e Sergej Shchukin possedeva già quattordici Monet. Due anni dopo avrebbe avuto modo di conoscere il ”selvaggio” Henri Matisse respinto al Salon d’Automne solo un anno prima, nel 1905. Proprio di Matisse Shchukin fu il principale protettore, acquistando in soli otto anni 37 opere. Passano alcuni mesi e il non più commerciante arriva a conoscere un giovane Pablo Picasso di cui possiede, allo scoppio del primo conflitto mondiale, la più importante collezione al mondo. Eppure nel 1917 a seguito della Rivoluzione d’Ottobre, un decreto firmato dai capi rivoluzionari nazionalizza le collezioni private, rendendo statale l’imponente raccolta che Shchukin e i suoi fratelli, così come il collezionista Morozov, in una vita avevano raccolto. Una collezione che cominciava a far gola anche a chi, come il Museo Louvre, cominciava a rimpiangere le mancate acquisizioni dei lavori dei giovani artisti francesi, che ormai erano diffuse tra i vari saloni Russi. Così quadri di Matisse come la celebre seconda versione della Danza, la dama sul terrazzo, i volti del periodo blu dipinti da Picasso, assieme ai primi ritratti del periodo cubista, alla colorata Rouen e a mille donne polinesiane, finirono appesi nei grandi saloni di palazzi che furono dell’aristocrazia e cominciavano a divenire del popolo. Mentre un vecchio collezionista un tempo amico dei più grandi pittori, moriva quasi in miseria, abbandonato in una Parigi di fine anni trenta.

mariosoldaini

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