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Morgan: “Dimissioni Sgarbi sconfitta culturale del Paese”

(Adnkronos) – "Le dimissioni di Vittorio Sgarbi dal suo incarico di Sottosegretario alle Belle Arti rappresentano una sconfitta culturale del nostro Paese che aveva e ha bisogno di un uomo del suo livello a capo di un istituto pubblico dedicato alla storia dell’arte". A dirlo all'Adnkronos è Morgan, che interviene così sulla vicenda delle dimissioni del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi. Storia dell'arte, spiega Morgan, "intesa come l’insieme dei beni di proprietà dello Stato e la legiferazione in merito alla loro tutela e salvaguardia, compresa la vigilanza, il coordinamento e il supporto di tutte le attività e le realtà odierne connesse a quella zona chiamata semplicemente 'arte'". Insomma, spiega Morgan, tutte quelle attività "che riguardano questa zona della cosa pubblica che chiunque sarebbe in grado di definire 'arte di Stato', ma che con Sgarbi diventa 'lo stato dell’Arte'". Non esiste, scandisce l'ex Bluvertigo, "nessun altro al suo livello di competenza e merito, ma soprattutto nessuno altro possiede il suo livello di libertà di pensiero, di disconnessione da interessi partitici o lobbistici, nessuno più di lui di fronte ad un bivio saprebbe scegliere la strada giusta, tutti sceglierebbero la strada della convenienza, lui ascolterebbe un’altra voce, quella della bellezza".  Vittorio Sgarbi "ha dovuto dimettersi perché perseguitato dai burocrati che bramavano la sua poltrona – affonda Morgan – e hanno lavorato per costruire il discredito, ma è bene sapere che lo hanno fatto per occupare il potere, non perché hanno a cuore il Paese, tantomeno la sua bellezza estetica, loro se ne fottono altamente di ciò di cui invece sia il popolo che il territorio necessitano, ossia la tutela e la valorizzazione. Sappiatelo tutti, che lì in quell’ufficio del ministero della cultura chiamato sottosegretariato alle belle arti non ci entrerà nessuno migliore di lui, perché non c’è". Hanno "vinto i burocrati nemici sia dell’arte che dello Stato, hanno agito i loro subdoli meccanismi diffamatori con l’obiettivo della rimozione di uno dei pochi veri uomini in grado di occupare quel posto e lo hanno fatto ai danni non solo suoi ma di tutti noi italiani e del nostro Paese. Vestiamoci a lutto e staniamoli, hanno nomi e cognomi", conclude Morgan. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

Fabrizio Gerolla

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