I familiari di Z.S. hanno ottenuto la condanna del Ministero a pagare in loro favore la speciale elargizione di 200.000 euro, nonché, per entrambe, l’assegno vitalizio di 500,00 euro mensili e lo speciale assegno vitalizio di 1.033,00 euro. a seguito del decesso per malattia asbesto correlata.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Padova, Sergio Dini, lo scorso 11 novembre ha richiesto l’archiviazione del terzo filone di indagini relativo alle vittime dell’amianto nella Marina Militare.
Un procedimento originato nel 2013, dalle numerose denunce-querele sporte dai familiari delle vittime o dagli stessi Militari ammalati di patologie asbesto-correlate, ancora in vita. Sono 495 le persone offese, di cui 54 difese dall’Avv. Ezio bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Secondo la Procura di Padova, gli indagati – Alti Ufficiali della Marina Militare italiana – non avrebbero potuto evitare l’evento (decessi e insorgenze di malattie asbesto-correlate), perchè i mezzi a loro disposizione, tra cui la capacità di spesa e di investimento, non erano così consistenti da poter arrestare il disastro di morti e malattie verificatosi.
Il Dott. Sergio Dini, pur affermando come certa la presenza di amianto all’interno delle unità navali e negli arsenali della Marina Militare e pur ritenendo provato il nesso di causalità tra le morti e le esposizioni ad amianto, ha ritenuto carente l’elemento della colpa.
L’O.N.A. è in prima fila nel chiedere giustizia, in questo procedimento nel quale a sorpresa il Pubblico Ministero, Sergio Dini, dopo due richieste di rinvio a giudizio nei procedimenti Marina I e II nei confronti degli odierni indagati, ha invertito la sua precedente posizione con una richiesta di archiviazione.
Conclusioni fortemente censurate dal Presidente O.N.A., in quanto si pongono in netto contrasto, fra l’altro, con gli ultimi arresti giurisprudenziali della Suprema Corte di Cassazione intervenuti nell’anno 2018 e, segnatamente, con la sentenza emessa dalla III Sezione Penale della Suprema Corte che, nel primo filone del processo penale contro i vertici della Marina Militare (che vede al suo centro i medesimi soggetti dell’odierno processo) ha annullato con rinvio la sentenza assolutoria emessa dalla Corte d’Appello di Venezia.
L’Avv. Ezio Bonanni, in questi giorni, ha depositato nell’interesse dei suoi assistiti, numerosi atti di opposizioni alla richiesta di archiviazione, sostenendo come gli odierni indagati, se avessero utilizzato sistemi di prevenzione tecnica e protezione individuale – anche a costo zero (informazione e formazione; misure di igiene, tra le quali: bagnare l’amianto; rimuovere immediatamente l’amianto caduto a terra dopo le attività di scoibentazione delle tubature, delle paratie, etc., al fine di evitare l’aerodispersione delle polveri e delle fibre di amianto a secco, etc.; sorveglianza sanitaria, con visite periodiche ed esami, anche dopo il congedo, secondo quanto stabilito dall’art. 259 2° co. del D.L.vo 81/2008) – avrebbero evitato quantomeno l’abbreviazione dei tempi di latenza, che integrano l’evento.
Presso la Procura della Repubblica di Padova sono stati segnalati, nel corso degli anni, 1101 casi di vittime di amianto tra coloro che hanno svolto servizio imbarcati nelle unità navali, ovvero a terra. Il dato epidemiologico, o meglio la vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate, certifica e conferma la condizione di rischio dovuta anche alla violazione delle regole cautelari.
Il processo è diviso in tre tronconi. Per il primo troncone, la sentenza assolutoria è stata annullata per la seconda volta dalla Corte di Cassazione il 6 novembre 2018. Per il processo Marina bis, invece, in primo grado è stata pronunciata sentenza di assoluzione, impugnata dal Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Venezia e dalle numerose parti civili costituite.
Intanto, in sede penale, dopo che il Procuratore Generale ha appellato la sentenza assolutoria del Tribunale di Padova, nel procedimento Marina ter, il P.M. Dott. Dini, nonostante le parti offese siano più di 1100, ha richiesto l’archiviazione.
Se da una parte, in sede civile i risultati sono significativi, dall’altro in sede penale, non si può esprimere lo stesso apprezzamento per la richiesta di archiviazione. “Abbiamo ottenuto significativi risultati in sede civilistica, però nel penale abbiamo assistito alla richiesta di archiviazione del P.M. Dott. Dini nel processo Marina ter.
Per questi motivi, abbiamo proposto opposizione alla richiesta di archiviazione, e chiederemo al Procuratore Generale di avocare le indagini e di revocare la richiesta di archiviazione“, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA, legale dei familiari della vittima.
L’Osservatorio Nazionale Amianto e l’Avv. Ezio Bonanni, si debbono dolere del fatto che presso la Procura della Repubblica di Padova, pende in indagine il procedimento n. 15082/13 RG e il P.M. Dott. Dini, ha chiesto l’archiviazione.
A tale richiesta, si è opposto l’Avv. Ezio Bonanni per circa 40 vittime, decedute per mesotelioma e altre malattie amianto correlate, nell’interesse dei loro familiari. Ora, sarà il GIP a dover decidere.
Nel frattempo verrà proposta un’istanza di avocazione al Sig. Procuratore Generale, per il fatto che già a suo tempo la sentenza assolutoria nel Marina bis era stata impugnata.
L’Osservatorio Nazionale Amianto rappresenta molte delle vittime del dovere, ovvero di orfani di vittime del dovere, ed ha costituito uno specifico dipartimento con un servizio di assistenza medica e legale per la tutela di tutti i diritti delle vittime, le quali possono chiederne il supporto, sia attraverso lo sportello telematico che con il dipartimento per le vittime del dovere.
L’ONA mette a disposizione anche il n. verde 800034294 da contattare per ricevere qualsiasi informazione in merito alla tutela legale per le vittime amianto.
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