Il Dott. Arturo Cianciosi, medico legale e medico del lavoro è tra i fondatori e i primi sostenitori dell’Osservatorio Nazionale Amianto. A distanza di 10 anni dall’inizio delle attività dell’ONA è ancora impegnato nell’attività del Dipartimento di Medicina Legale dell’ONA, che opera in comunione d’intenti con il Dipartimento di Terapie e Cura del Mesotelioma, guidato dal Prof. Luciano Mutti.
Qualche anno fa, parliamo forse degli anni 2000, a Cisterna di Latina è scoppiata una vera e propria epidemia di patologie asbesto correlate, è stato proprio questo che ha spinto il Dott. Cianciosi e dedicarsi ancora di più alla tematica amianto e alle malattie ad esso annesse.
Malati e morti, compresi i famigliari dei lavoratori, le mogli che lavavano le tute e perfino i figli e un numero di cancri (come per esempio le leucemie) che hanno iniziato a colpire i figli dei lavoratori dell’amianto, è questo il ritratto delle vittime amianto di Cisterna, così come quelle purtroppo diffuse in tutta Italia.
Per questo motivi il Dott. Arturo Cianciosi è stato colui che ha ritenuto opportuno istituzionalizzare la protesta delle vittime pontine, in comunione con le vittime di tutta Italia, nell’ONA, di cui è divenuto componente del direttivo nazionale.
La patogenesi delle malattie pleuropolmonari correlate all’asbesto è complessa e non completamente chiara.
La dose, le dimensioni e la composizione chimica delle fibre possono influenzare la fibrogenicità e la cancerogenicità, avendo più importanza le fibre più lunghe, più sottili e più durature (10). Anche fattori legati all’ospite, tra i quali la clearancepolmonare, lo stato immunologico e l’esposizione ad altre sostante nocive, come il fumo di sigaretta, sono importanti nel determinare la natura e la severità della reazione alle fibre inalate.
Benché la maggior parte delle fibre di asbesto inalate vengono rimosse dalla clearancemucociliare, alcune entrano all’interno dei macrofagi, o per mezzo della penetrazione diretta attraverso l’epitelio, o grazie all’organizzazione di un essudato intraluminale in seguito ad una lesione epiteliale (11,12).
I macrofagi attivati si accumulano alla biforcazione delle vie aeree di transizione e nell’interstizio, dove producono citochine, chemiochine e fattori di crescita che promuovono l’infiammazione e la fibrosi (13). Questi prodotti includono TNF-alfa, TGF-beta, IL-1, IL-8 e il fattore di crescita derivato dalle piastrine.
La patologia senza alcun dubbio più diffusa, tra i lavoratori professionalmente esposti, è rappresentata da una fibrosi polmonare detta”asbestosi“.
Le altre malattie provocate dall’asbesto in estrema sintesi sono:
Al di là di queste malattie oramai ben stratificate, in tempi relativamente recenti sono state definite in maniera sistematica le c.d. lesioni della pleura da amianto. Esse comprendono due quadri clinici distinti.
Questi quadri sono generalmente asintomatici e non comportano alterazioni della funzionalità respiratoria a meno che non siano molto estesi o che si accompagnino a fenomeni fibrotici del parenchima polmonare.
Le lesioni pleuriche non possono di per sé essere interpretate come asbestosi. In realtà esse non costituiscono una vera e propria patologia da amianto, quanto piuttosto un indicatore di avvenuta esposizione. Secondo alcuni autori hanno anche un significato di ipersuscettibilità individuale all’azione sclerogena dell’amianto. D’altro canto, tali lesioni possono evolvere trasformandosi in lesioni maligne.
L’inquadramento della patologia da asbesto e delle sue complicanze è stato affrontato sulla base del “Consensus statements” elaborato nel 2009 mediante il “metodo Delphi” cioè del giudizio consensuale tra i maggiori esperti del settore (14) che, ovviamente, hanno tenuto in debita considerazione le risultanze di tutta la letteratura scientifica del settore maggiormente accreditata.
In sintesi, il metodo è un approccio sistematico teso a massimizzare le aree di accordo e a minimizzare quelle di disaccordo mediante la valutazione della certezza o dell’incertezze relative al ruolo della esposizione all’asbesto ed ai suoi effetti sulla salute dell’apparato respiratorio.
Sulla base di quanto sopra analiticamente estratto dalla letteratura scientifica di riferimento, si ricava in maniera perentoria che l’esposizione a fibre di amianto si associa all’insorgenza di malattie dell’apparato respiratorio (asbestosi, carcinoma polmonare) e della pleura (mesoteliomi).
E’ nota da sempre, con particolare riferimento alla dottrina medico-legale, la notevole complessità di accertare il nesso causale in ambito di cancerogenesi.
In generale, l’accertamento del nesso di causalità materiale in medicina legale richiede il vaglio di alcuni “criteri” di giudizio (si riportano di seguito i principali):
L’inalazione di fibre di amianto dà luogo a malattie pleuro-polmonari, sede elettiva di deposito delle fibre di asbesto, per cui anche questo criterio è sempre soddisfatto.
In particolare, data la peculiarità dell’argomento in questione, sembra inoltre necessario affiancare alla criteriologia classica anche un criterio di tipo epidemiologico-biostatisticoche in definitiva richiama il cosiddetto criterio della sussunzione sotto leggi scientifiche di copertura. Secondo tale principio, solo mediante una legge scientifica di copertura, atta a spiegare il rapporto fra condotta del presunto autore del reato ed evento dannoso, sarebbe possibile formulare un giudizio di responsabilità penale. In questo contesto si riconoscono le leggi universali, sulla base delle quali è consentito affermare, allo stato dell’attuale conoscenza umana, che ad un certo atto corrisponde con certezza un certo evento; e le leggi statistiche, munite di una minore certezza scientifica, in ragione delle quali si può affermare che, in una certa percentuale di casi, la realizzazione di un atto è seguita dal verificarsi di un evento.
E’ d’altro canto noto come, in ambito biomedico, la ricerca della dimostrazione con certezza assoluta della dipendenza causale di un effetto, costituisca per lo più compito non risolubile.
Gran parte della dottrina e della giurisprudenza sono ormai comunemente consapevoli che, in questo peculiare ambito, la necessità di una legge causale non è mai assoluta.
La spiegazione causale viene dunque a rivestire uno spessore essenzialmente probabilistico anche quando la legge sulla quale è imperniato il meccanismo della spiegazione è di natura universale. Si parla dunque di causalità generale, che non vuol dire necessariamente causalità individuale per ogni persona fisica. Il complesso causale è dato dalla rete idonea di per sé a produrre l’evento, ma quest’ultimo non lo implica nella sua totalità come sua premessa necessaria.
Per richiedere assistenza basta contattare lo Sportello Amianto ONA o direttamente l’avv. Ezio Bonanni.
Mentre per conoscere ulteriori informazioni sul mesotelioma e le altre patologie asbesto correlate, è possibile consultare anche l’ONA Notiziario Amianto.
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