Le infiltrazioni con il mondo politico e amministrativo, denunciate dall’inchiesta Mafia Capitale, non sono le uniche a quanto pare. Secondo la Direzione Investigativa Antimafia a Roma e nel litorale “risulta attiva la presenza di un’associazione criminale legata alla famiglia Cuntrera-Caruana di Cosa Nostra agrigentina, che d’intesa ad una associazione di tipo mafioso autoctona aveva sottoposto ad estorsione i gestori delle attività commerciali e turistiche del posto attraverso ogni forma di violenza anche fisica”. Nella zona pontina e nel frusinate “si conferma un’importante presenza di famiglie camorristiche legate ai Casalesi, in parte trasferitesi a seguito di sconfitte riportate negli scontri tra clan degli anni ’80- e a gruppi dell’area nord del capoluogo campano”. Nel basso Lazio, invece, “permangono segnali di infiltrazioni delle organizzazioni mafiose siciliane all’interno del Mof di Fondi, in provincia di Latina, con la presenza di referenti locali legati alle famiglie gelesi e catanesi”. Questo è quanto emerge nella relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al secondo semestre del 2014. Nelle 296 pagine del rapporto presentato dal ministero dell’Interno, Angelino Alfano, e realizzato sulla base dei fatti-reato estrapolati dallo Sdi, sistema di indagine si legge che “a Roma e nel Lazio perdura un attivismo criminale polivalente. Alla malavita autoctona, riconducibile a gruppi criminali locali, si somma quella organizzata riferibile alle associazioni mafiose radicate nel Mezzogiorno, e trova un suo spazio di manovra anche quella di matrice etnica, sempre più diffusa, anche in conseguenza di consistenti flussi migratori dall’Europa orientale e dal altri continenti”. Nel rapporto si legge che “nel Lazio gli eventi di valenza giudiziaria e i fatti delittuosi verificatisi nel semestre, analizzati nel loro sviluppo, confermano il perdurante attivismo sul territorio regionale di gruppi e soggetti riferibili anche a Cosa Nostra dediti ad attività di infiltrazione dell’economia legale, attraverso lo reimpiego di denaro illecitamente acquisito”. Da Latina a Viterbo non mancano le attività criminose legate alla ‘ndrangheta tant’è che soggetti collegati a vario titolo sono presenti in provincia di Roma ed altre località della Regione. Il rapporto sottolinea anche la presenza del Lazio della famiglia Casamonica, “il clan, costituito da un migliaio di membri di dinastie italo-rom imparentate tra loro è dedito ad attività usurarie, alla ricettazione di autoveicoli e alle truffe, al traffico di stupefacenti: in quest’ultimo settore, in particolare, sono autosufficienti nelle modalità di approvvigionamento delle droghe, nelle condotte di cessione, di acquisizione dei proventi e del loro reinvestimento”. Leggendo i dati statistici del Lazio, nel secondo semestre 2014 sono state denunciate o arrestate per corruzione 105 persone, 249 nell’anno . La concussione, invece, ha interessato rispettivamente 52 persone nel 2014.
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