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Lo Sport per contratto

LO SPORT PER CONTRATTO – Con la formula “riceviamo e pubblichiamo” potrei cavarmela in modo acritico, ma non voglio essere un Pilato, anche se la mia figura istituzionale e professionale mi porterebbe naturalmente ad essere un “super partes” … Si tratta dell’articolo 24 del “Contratto di Governo” combinato e sottoscritto tra Salvini e Di Maio, pienamente condiviso dal Presidente Conte e sposato da Bussetti, neo Ministro della Istruzione, Università e Ricerca. Vi posso dire che sono basito dalla essenzialità, dalla ovvietà e dal tasso di buon senso che trovo nei fondamentali espressi nelle poche righe dell’articolo? Il richiamo all’esigenza di garantire una migliore qualità della vita attraverso l’educazione motoria e la pratica sportiva, si accompagna con l’idea altrettanto ovvia che l’insegnamento sia affidato a professionisti titolati e competenti. Posto che la via dell’integrazione e della salute passano in quota considerevole attraverso un canale che è stato per decenni lasciato in semiabbandono, adesso ci si dovrebbe preoccupare anche dell’impiantistica, partendo da un censimento che non tralasci nulla per razionalizzarne l’utilizzo. Spesso ci si trova di fronte a carenze o eccessi dovuti ad una cattiva distribuzione, difficoltà di gestione, fatiscenza, inadeguatezza o addirittura pericolosità delle strutture, a cominciare dalla presenza di amianto. Sempre tra le righe riemerge l’antico quesito delle competenze e dell’autonomia del mondo dello sport rispetto alla politica, per cui chi governa lo sport (CONI e Federazioni) dovrebbe avere salve le competenze tecniche e chi governa lo Stato in tutte le sue articolazioni dovrebbe preoccuparsi di garantire il diritto sociale alla pratica motoria e sportiva. Per questo, di annunciano delle possibili novità, come un ruolo diverso del CONI Servizi e un impegno molto più importante e strategico dell’Istituto per il Credito Sportivo. Si annuncia un favorevole trattamento fiscale per le piccole associazioni sportive, quelle che da sempre sorreggono l’alberatura di una straordinaria organizzazione di base poggiata sulle spalle di autentici missionari generati dalle collettività sul territorio, ma assolutamente fragili e quindi bisognosi di riconoscimenti e sostegni di natura legislativa e soprattutto assicurativa, che li affranchi dai rischi derivanti dalla loro stessa generosità. Io immagino che le forme di partenariato pubblico – privato che dovrebbero supplire agli impedimenti, che hanno reso impossibile le imprese di gestione e fatiscenti importanti impianti, tanto quanto i beni sequestrati alla mafia, potrebbero in un futuro non lontano veder nascere nuove figure di consulenti, di tutori di sostegno , di manager dedicati, parte dei quali già esistenti, perché formati dalle Università con le specializzazioni dei laureati in scienze motorie o dalla stessa Scuola Nazionale dello Sport/CONI. Questo sarebbe un gran bel soccorso per gli ottomila comuni oggi resi impotenti dai tagli di natura “europea” . Dall’altra parte, generando milioni di praticanti ed eventi in più si determinerebbe una virtuosa reazione a catena fatta di consumi, turismo sportivo , posti di lavoro, salute, etica dei comportamenti… Dunque e infine, a sei mesi di distanza dagli “Stati Generali dello Sport”, mentre lo storico nobile inventore dello sport nella scuola, Francesco De Sanctis, rimane nel dimenticatoio e la rinascita del Giochi della Gioventù rischia di essere superata da fatti di ben maggiore portata, mentre nessuno ripropone la parola sport in Costituzione, mentre la delega governativa allo sport non risulta ancora affidata, traligna comunque una prospettiva vincolante per “contratto” di dare un ruolo trasversale di sviluppo a quell’attività che tanto ha fatto discutere nei decenni trascorsi, soprattutto della Prima Repubblica, quando le Conferenze Nazionali e il Congresso Olimpico dello Sport, oltre ad una serie di progetti e disegni di Legge, sino alla mini riforma “Melandri”, fecero agitare l’immaginario collettivo senza mai raggiungere obiettivi innovativi adeguati .

Ruggero Alcanterini

Direttore responsabile de L’Eco del Litorale

LO SPORT NEL CONTRATTO “PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO (M5S-Lega)”

Riportiamo la parte riguardante lo sport, parte 24 del Contratto per il Governo del cambiamento (M5S-Lega).

24. SPORT
Impianti
Se ben condotta e con l’ausilio di personale qualificato, la pratica motoria e sportiva assicura il miglioramento della qualità della vita, contribuendo in modo significativo alla prevenzione delle malattie. Investire in attività motoria, quindi, significa ridurre, allo stesso tempo, la spesa sanitaria. È per questo che riteniamo necessario implementare, sin dalla scuola primaria, la pratica motoria, assicurando la presenza di insegnanti specializzati nella pratica sportiva ed aumentando, contestualmente, il monte ore da dedicare a questa disciplina. La pratica motoria e sportiva ha, inoltre, un’importante valenza sociale. Lo sport rappresenta da sempre un fondamentale strumento di integrazione e trasmette valori fondamentali al miglioramento dell’essere umano, anche come individuo. Per questo intendiamo garantire un generale miglioramento degli impianti sportivi in tutto il territorio, partendo da uno strumento che riteniamo fondamentale per raggiungere questo obiettivo: l’istituzione dell’anagrafe degli impianti sportivi sia pubblici che privati (inclusi quelli scolastici, universitari, delle forze dell’ordine e militari). L’anagrafe permetterà di conoscere la situazione reale degli impianti e verificare le eventuali esigenze di ammodernamento e/o di realizzazione di nuove strutture sportive. Attraverso la mappatura degli impianti saremo così in grado di intervenire in maniera mirata per allocare efficacemente le risorse da destinare alla ristrutturazione o alla nuova costruzione di strutture da dedicare alla pratica motoria e sportiva. Occorre intervenire anche su aspetti che possano migliorare il funzionamento degli organi sportivi. Ad esempio, riteniamo necessaria una revisione delle attuali competenze del Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI). Pur ritenendo necessario garantire al mondo sportivo un’adeguata autonomia, risulta altrettanto importante che il Governo assuma, con maggior attenzione, il ruolo di controllore delle modalità di assegnazione e di spesa delle risorse destinate al CONI. Allo stesso tempo è al Governo che spetta il compito di emanare le linee guida fondamentali relative al sistema sport e alla pratica motoria nel loro complesso. In altre parole, fatta salva l’autonomia e la discrezionalità delle scelte di natura tecnico – sportiva, che rimangono in capo al CONI, è necessario che il Governo sia compartecipe delle modalità con le quali vengono spesi e destinati i contributi pubblici assegnati al CONI e trasmessi, poi, alle Federazioni. Infine, occorre che la società Coni Servizi disponga di una maggiore autonomia rispetto al CONI. Sia il CONI che Coni Servizi devono fornire periodicamente al Governo relazioni dettagliate e circostanziate circa la gestione e la destinazione delle risorse pubbliche.

Società e Associazioni sportive
È necessario introdurre ulteriori agevolazioni fiscali e contributive per le piccole associazioni sportive dilettantistiche. Occorre prevedere un corretto inquadramento giuridico-fiscale delle Società e Associazioni Sportive e la tutela dello sport dilettantistico e dello sport di base, anche per dare certezze operative ed evitare cospicui contenziosi per mancanza di riferimenti legislativi certi. Bisogna inoltre introdurre agevolazioni economiche per la stipula di un’assicurazione che copra tutte le fattispecie di responsabilità civile dei dirigenti e dei presidenti delle associazioni sportive dilettantistiche. È opportuno inoltre garantire le risorse agli enti locali vincolate al taglio dei costi di esercizio ed utilizzo degli impianti sportivi pubblici e conseguente contenimento tariffario per gli utenti. Attraverso l’Istituto del Credito Sportivo (anche grazie ad un potenziamento delle sue sedi regionali) insieme ai Comitati Regionali del CONI, occorre potenziare il fondo di garanzia a favore delle Associazioni e Società Sportive Dilettantistiche, al fine di renderlo realmente fruibile
per consentire la ristrutturazione o realizzazione di impianti sportivi con la relativa gestione diretta. Sempre attraverso l’ICS, è necessario agevolare gli enti pubblici nella stesura di bandi e azioni di partenariato pubblico privato finalizzati alla ristrutturazione o creazione di nuovi impianti sportivi. Occorre poi agevolare i Comuni disagiati attraverso l’inserimento dell’impianto sportivo locale nell’ambito del servizio pubblico territoriale.
È necessario l’inserimento del laureato in scienze motorie nell’organico di ruolo della scuola primaria. Allo stesso modo occorre sostenere l’educazione fisica nella scuola primaria. Bisogna prevedere misure per sostenere l’associazionismo sportivo scolastico. Inoltre, occorre investire in prevenzione sanitaria attraverso il sostegno all’attività sportiva e progettualità territoriali, anche con visite mediche sportive gratuite nella scuola primaria. L’attività sportiva e motoria è sicuramente una nuova modalità operativa, forse l’unica a basso costo, per fare una corretta prevenzione e per contrastare alcune malattie croniche soprattutto di natura cardiovascolari.

 

redazione

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