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Lo scouting ed il Toro: a tutto Pecini

Benchè ad oggi i risultati in ambito giovanile e della Prima Squadra stiano maturando frutti insperati, ci si è chiesto molto spesso che fine avesse fatto lo scouting societario, per Storia e tradizione fiore all’occhiello del Torino.
Chi conosce bene l’ambiente giovanile granata mi ha spesso confermato che sempre meno Allievi entrano di diritto in Primavera e che quest’ultima sia diventata un porto commerciale di giovani ragazzi caldamente raccomandati alla società dai propri procuratori.

La notizia di pochi giorni fa che racconta di un nuovo rapporto biennale di partnership tra il Torino di Urbano Cairo e la Scouting Department di Riccardo Pecini, ha di certo destato molta curiosità tra i tifosi ed alcuni addetti ai lavori.

Riccardo Pecini non ha bisogno certamente di troppe presentazioni. Dai primi passi con la vecchia “Florentia” alla prima vera esperienza estera con il Tottenham, dalle molteplici avventure sponda Samp alla breve esperienza al Milan, dall’avventura francese al Monaco allo splendido lavoro svolto ad Empoli prima da capo scout giovanile poi da direttore tecnico. L’ultima esperienza a La Spezia ed i continui attriti con Piatek lo hanno poi convinto a mettersi in proprio ed a creare questa nuova realtà innovativa ed ambiziosa in ambito scouting.
Chi conosce bene Pecini lo descrive come un personaggio molto schivo e riservato, introverso, orgoglioso ma estremamente ambizioso. Contattando un osservatore di una famosa società del nord Italia, ci si rende conto di come la massima riservatezza in questo mondo sia assolutamente essenziale.

Come descriveresti il lavoro di Pecini?

“Fin dalla sua creazione, Pecini ha chiamato a sé delle figure esperte in ambito calcistico ed altrettanto qualificate in termini di elaborazione ed analisi dei dati e delle statistiche. E una entità a se stante che ha un approccio aperto e diretto nei confronti di tutti i club e dirigenti sportivi ma che ha altresì necessità in seguito di creare delle collaborazioni specifiche settoriali nei vari campionati dei paesi di riferimento a livello europeo.”

Quali strumenti vengono applicati per scovare giovani talenti?

“Vengono utilizzate piattaforme di programmi importanti, di analisi dei dati statistici che permettono un quadro più realistico ed attinente al valore oggettivo del calciatore, il tutto poi controllato da una gerarchia di addetti ai lavori che vengono diramati nei vari paesi europei alla ricerca di giovani talenti. Come ben sai, in un paese quale quello italiano che è sempre più povero di risorse pecuniarie, l’unica via potrebbe essere quella della consulenza aperta tra i vari dirigenti, sempre in forma estremamente legalizzata.”

In quali paesi la Scouting Department esercita le sue conoscenze in ambito scouting?

“I paesi più setacciati sono per di più la Polonia, l’Inghilterra, la Francia, l’Italia ed i paesi balcanici. Per questi ultimi il Torino sta cercando di approfondire fin da subito perché la terra balcanica ad oggi è molto appetibile dallo scouting.
Tengo a precisare che l’obiettivo sia quello di affiancare le figure dirigenziali del calcio professionistico per ottimizzare la selezione dei talenti e quindi promuovere la crescita del calcio in generale. E’ un po’ quello che ha creato Moncada ( capo osservatore del Milan ndr. ) trasportato in una società manageriale a se stante, fatta di figure qualificate.”

Come opera Pecini?

“Non lavora mai da solo. Si avvale di collaboratori di fiducia molto affiatati che lo supportano costantemente in materia di scouting. Personaggi di spicco come Mattia Biso e Cunico su tutti, ( quest’ultimo con lui allo Spezia ndr.) stanno lavorando alacremente affinché questa nuova creatura possa crescere sempre di più in qualità e numero.
Posso garantirti che Pecini sia una persona molto qualificata e competente. E’ stato avvicinato da alcune squadre anche di primissimo livello quando era allo Spezia.”

Come vedi il futuro del calcio?

“Il futuro per una società che vuole crescere sta in un termine : anticipare. Anticipare il prima possibile per cercare di limitare i costi, sopratutto ora che il Decreto Crescita è definitivamente decaduto e sarà sempre più difficile acquistare dei ragazzi già definitivamente esplosi. Urge dunque opzionare i giovani, selezionando i più meritevoli per crescerli nel proprio settore giovanile. E bada bene, non parlo solo di classe 2007-2008 ma anche di 2010-2011.”

L’idea lanciata dalla Juventus e dal Milan su tutte di creare una squadra Under23 ha quindi un senso logico ben preciso?

“Esattamente, molti club pian piano si stanno avvicinando a quest’idea. Juventus ed Atalanta sono state le prime a muoversi in questa direzione. So che anche il Torino ci sta pensando.”

Leo Menegazzi

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Leo Menegazzi

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