– Ragionevolmente dovremmo regionalizzare e diversamente nazionalizzare, avendo il coraggio di guardare, oltre la forma, la sostanza. Onestamente, ci sono situazioni che appaiono surreali se non affrontate con la dovuta obiettività. Vi sono argomenti e materie come quelle del turismo, della sanità, della difesa, dell’ambiente, della protezione civile, dei trasporti, dell’economia, dell’istruzione, del lavoro, della giustizia e della sicurezza, che dovrebbero essere oggetto di coordinamento nazionale, senza se e forse con qualche ma. Diversamente, l’autonomia o se preferite il federalismo, partito nel 1970, salvo le regioni a statuto speciale (di cui dovremmo aggiornare le motivazioni d’origine, riconsiderando anche costi e benefici) dobbiamo riconoscere che riserva discrepanze, cui occorrerebbe dare risposte serie. Una per tutte la questione turismo, che dovrebbe essere oggetto del massimo impegno e della massima attenzione, in stretta sinergia con beni culturali, ambientali ed economia, fonte conclamata di sussistenza italica, per la quale esiste un ministero (MIBAC) dedicato sostanzialmente alle problematiche culturali. La mancanza di un incisivo coordinamento nazionale della materia, nella imbarazzante diversità delle gestioni, ci ha tarpato progressivamente le ali, facendo scivolare l’Italia nella mediocrità. La mancanza di competitività nella promozione dell’offerta, nelle candidature per i grandi eventi, la inadeguata risposta al degrado dei territori, la mancanza d’investimenti sull’adeguamento infrastrutturale, hanno fatto e fanno sì che l’Italia continui a perdere colpi in materia di economia e sviluppo. E’ evidente, che l’ulteriore impegno regionale potrebbe ottimizzare questo settore, come gli altri di cui si discute e segnatamente, in questi giorni, dell’Istruzione. Credo proprio che la logica e la ragionevolezza dovrebbero prendere il posto centrale in ogni tavolo di discussione. Cambiare governo rappresenta sempre una estrema ratio, un salto nel buio, un favore a detrattori, speculatori, furbi in attesa di crisi, che aspettano queste occasioni per mettere sotto il potere legislativo ed esecutivo del Paese, con tanti saluti al calo dello spread ed alla difesa di quel che rimane del bene comune, compresi gli ideali patri confini.