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Città Metropolitana di Roma

L’imprenditore campano Ernesto Sica si racconta: “il mio potere al femminile”

Incredibile ma vero, ci sono uomini che non temono di declinare al femminile il loro potere e di promuovere la cultura del rispetto e della tutela delle donne. Incontriamo Ernesto Sica, imprenditore campano, sindaco per tanti anni di Pontecagnano Faiano, consigliere provinciale ed in corsa per le Regionali della Campania.

Ernesto lei si definisce un politico “femminile” che intende dire?

Il potere secondo me è di genere femminile. Sono sempre stato convinto che il potere non solo debba avere sembianze femminili, nel senso che alle donne debba essere garantito l’ingresso in politica o nei posti dirigenziali, ma debba anche avere le qualità tipiche della femminilità, la sensibilità, la dolcezza, la pacatezza, la determinazione, la concretezza e l’ironia.

Sono del segno zodiacale della Vergine e credo che le qualità di questo segno unite a quel senso di responsabilità verso sè stessi e gli altri, abbiano determinato la mia scelta di fare politica e caratterizzato la mia stessa carriera politica.

Quindi lei crede nell’astrologia?

Sono un cattolico cristiano praticante. Credo nella perfezione dell’Universo e quindi nelle stelle, che dalla notte dei tempi indicano le direzioni.  Ogni uomo ha la sua stella, il suo destino. Il mio era senz’altro quello di fare politica, ossia di mettermi al servizio degli altri. Oggi qualcuno, mi accusa di essere un trasformista, di aver cambiato casacca, ma chi mi conosce ed ha lavorato al mio fianco per anni, sa che è il senso di responsabilità verso i miei elettori ad avermi indotto a lottare per candidarmi al servizio del mio territorio.

Quando ha capito di avere il sacro fuoco della politica?

A soli 12 anni marinai la scuola per andare a sentire il mio primo comizio elettorale di un grande socialista. Restai incantato dalla magia che si creava fra il pubblico -gli elettori – e l’oratore candidato.

La politica oggi è ancora magia o un gioco di prestigio?

La politica per me è sempre magia. Mi è molto pesato fare una campagna elettorale blindata per le misure anticovid. Rinunciare al contatto umano, agli abbracci, alle strette di mano, ai banchetti durante i quali la gente ti affida le sue preoccupazioni, mi ha rattristato molto. Quando per anni sei il sindaco del paese in cui sei nato e cresciuto, la gente diventa la “tua gente” e ti senti potente, solo perché sai che ogni tua scelta ogni tuo errore inciderà sulla vita di qualcuno. Non ho mai fatto giochi di prestigio. Ho commesso errori ma non per ingannare, semplicemente perché sbagliare è umano.

Lei è stato un sindaco molto amato, non da tutti, ovviamente.  Secondo lei l’hanno amata di più gli uomini o le donne?

Beh, non saprei dirlo. Certo per le donne ho fatto molto e con le donne ho sempre lavorato alacremente e meglio che con gli uomini. Le donne hanno il coraggio e tenacia per affrontare le piccole cose ma anche le grandi tragedie. Penso alle donne vittime di violenza o alle donne a cui vengono sottratti o uccisi i figli. Alle donne noi affidiamo non solo il semplice cucinare ma la funzione di nutrirci l’anima e la vita. Sono più ironiche di noi uomini.  Sanno ridere di sé stesse e far ridere. Penso a mia madre, che per me è sempre stata un faro per quel suo modo di allentare le tensioni con una battuta ed un sorriso che ancora oggi mi allarga il cuore e che forse anche io ho ereditato.

Qual è la sua iniziativa a favore delle donne che l’ha maggiormente emozionata?

Una domanda difficile, perché come politico al “femminile” ho messo il cuore in ogni mia attività. Ricordo infatti con molta soddisfazione, l’entusiasmo di tutte le partecipanti alla Scuola Estiva delle Donne. Una iniziativa che come sindaco portai avanti per molti anni a Pontecagnano in sinergia con l’Osservatorio Interdipartimentale per gli Studi di Genere e le Pari Opportunità dell’Unisa e dell’Istituto Campano per la Storia della Resistenza, dell’Antifascismo e dell’Età contemporanea “Vera Lombardi”. Molto emozionante è stato l’incontro con Minou e Jacqueline Mirabal, le figlie di due delle sorelle Mirabal assassinate durante il regime dominicano di Rafael Leonidas Trujillo Molina nel 1960. In quella occasione inaugurammo la Panchina Rossa, decorata dall’artista Giuseppe Roscigno, con i versi della Poesia d’Amore di Alfonso Gatto. Ricordo la mia prima cerimonia di unione civile, subito dopo la legge Cirinnà. Un primato di tutta la provincia. Conservo ancora la foto di Deborah e Melinda.

Penso a quando, da sindaco, ufficializzai, con orgoglio giuridico, la costituzione di parte civile del Comune nei procedimenti penali per femminicidio e atti di violenza nei confronti dei minori. E l’emozione delle giornate in onore delle tabacchine. I tabacchifici hanno rappresentato per decenni un vero e proprio vanto per la comunità picentina che, grazie alla presenza delle aziende Ati Mattiello, Centola, Alfani e Farinia, si è distinta come città tra le più industrializzate della Provincia ma anche del Mezzogiorno d’Italia. Nel 2014 nel Complesso ex Tabacchificio Centola organizzammo l’antesignano Forum delle Idee “ Lab / ORA” a cui parteciparono personalità del mondo accademico e finanziario. La figura delle tabacchine funge anche oggi da autentica memoria storica con un legame indissolubile tra le generazioni. La loro laboriosità e gli edifici industriali dismessi, ancora oggi, per me e per la mia comunità, costituiscono un monito ed un auspicio di ripresa economica post covid e di riqualificazioni e trasformazioni urbanistiche.

Quali sono i punti focali della sua campagna elettorale?

“Oltre alla mia esperienza di amministratore come sindaco e come Consigliere Provinciale, ho focalizzato i miei interventi sulla Bellezza della mia Provincia e le risorse agroalimentari veicolo del foodtravelling e di maggiore produttività. Qualche giorno fa ho avuto il piacere di ospitare a Pontecagnano la delegazione dell” Accademia Mondiale della Gastronomia, Chaîne des Rotisseurs, per il progetto “Sapori e Saperi” per la lotta contro le frodi alimentari e l’agropirateria. Ho aderito al Progetto coordinato e diretto dalla cara amica e Presidente avv. Antonella Sotira, perché credo che il settore agroalimentare sia una delle più grandi risorse economiche della Regione Campania. Abbiamo il primato italiano del maggior numero di prodotti DOP e IGP e dobbiamo difendere e tutare la nostra filiera alimentare. La tutela della sana etica e legale alimentazione è importante non solo per la nostra salute e quella dei nostri figli ma anche per la ripresa economica del nostro territorio. Spero infatti che venga creato un Bailliage di Salerno per offrire ai professionisti del settore enogastronomico visibilità e rete mondiale e di far arrivare qui tanti appassionati gourmand”.

  

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