C’è soltanto un’ alternativa alla difesa, che comunque non può essere che legittima , se si viene attaccati: un esaustivo ombrello di protezione preventiva e una ferrea tutela risarcitoria del danno subito, salvo la vita, da parte dello Stato. Probabilmente, l’antico legislatore era un ottimista, ma oggi, alla luce della realtà, c’è poco da sofisticare sulla proporzionalità della reazione a fronte di una intrusione, di una rapina, di una violenza, generalmente di gruppo. Credo che la premeditazione da parte di chi delinque sia fuori discussione, motivo per cui o la collettività di organizza con sistemi di sicurezza tali da rendere sconveniente l’estrema ratio della difesa, magari armata, oppure ci resta poco da discutere. Tal quale è il problema delle migrazioni gestite dagli schiavisti del terzo millennio, che non sono minimamente diversi da quelli del secondo e del primo, se basta: o si va alla radice bloccando i flussi, oppure ci si presta all’andazzo e si diventa complici di uno dei più odiosi crimini che si possano perpetrare ai danni dell’umanità. La dignità delle persone può essere garantita solamente dal lavoro e dal mantenimento delle proprie radici culturali ed affettive. Anche per questo io penso che se il lavoro non c’è lo si deve creare sia nei paesi dei migranti, sia nel nostro . Tutti devono poter essere in attività e remunerati per non sentirsi e nemmeno apparire elementi inerti in un sistema di relazioni dinamiche. Sappiamo benissimo che le cose da fare sono innumerevoli e che gli stessi immigrati, rifugiati regolari e non, una volta in Italia, dovrebbero essere impegnati in lavori socialmente utili, piuttosto che condannati ad un ozio oneroso. Ci sono problemi formali, burocratici, tutti legati alla teorica normalità utopica di un Paese che vive diversamente nella permanente reale straordinarietà emergenziale. Quindi? Quindi diamo un veloce taglio alle vecchie litanie e alla cultura della zizzania, quelle stesse che dal Salento stanno rendendo i parassiti della “xylella fastidiosa” protagonisti di una biblica migrazione al contrario, nel resto dell’Italia e del Mediterraneo.
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale
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