Si approssima l’edizione 2019 del Festival di Sanremo (dal 5 al 9 febbraio) e mi sovviene qualcosa di appena trentotto anni fa, che riguarda me e il suo attuale Direttore Artistico, Claudio Baglioni. Era il 1981 e tra i tanti accadimenti di quell’anno, in cui la Coppa del Mondo di Atletica si aggiunse alle mie tante e straordinarie esperienze di dirigente della Federazione Italiana di Atletica Leggera, in qualità di membro del Comitato Organizzatore, mi toccò anche in sorte l’opportunità di sostenere l’organizzazione di tre dei concerti inclusi nel tour di Claudio Baglioni e per la precisione i due al Palasport di Milano (poi crollato per neve nel 1985) il 4 e il 5 di dicembre e quindi quello della Capitale il 15 dello stesso mese al PalaEur. Quale fu il mio ruolo in quella circostanza, se non quello dello straordinario coorganizzatore? In realtà, essendo sulla cresta dell’onda, Baglioni aveva bisogno di grandi spazi al coperto e per quel Tour Milano e Roma rappresentavano il vulnus, posto che il Palazzo di Milano era stato riservato esclusivamente agli eventi sportivi e quello di Roma era stato prenotato da Davide Zard per Branduardi. L’Agente di Claudio, un amico, mi chiese aiuto e in quel momento con l’AICS, la FIDAL, il CONI eravamo come una grande famiglia… Senza le tappe di Milano e Roma il Tour, trionfale sull’onda di “Strada Facendo”, poi “Disco di Platino”, non si sarebbe potuto effettuare. Era il periodo in cui, pronubo il Presidente Gianni Usvardi, con l’AICS prendeva vita anche la Nazionale Cantanti di Mogol e con lo stesso Baglioni. Ma tornando alla storia del Tour 1981, per Milano, convinsi l’amico Virgilio Cella, Presidente della FIFPS e Commissario preposto dal CONI a fare uno strappo, inserendo un momento di sport con le premiazioni di Mennea, Simeoni, Masullo … in un bagno straordinario di folla (venticinquemila spettatori nelle due serate). Per Roma riuscii a scippare la data a Zard, che non la prese proprio bene (dopo diventammo amici). Care ragazze e ragazzi di allora e di oggi , mi è testimone Massimo Zibellini, che in quell’epoca era il Presidente AICS per Roma e si era assunto la responsabilità di garantire servizio d’ordine : quella sera al Palazzo dell’Eur entrarono diecimila persone in più della capienza ufficiale… Eravamo fitti come le sardine, con gli accendini tra le mani e Baglioni era raggiante tra migliaia di lucciole amorose , trionfale nella sua performance. Quella sera l’energia positiva, lo spirito gioioso erano tali, che tutti raggiungemmo una sorta di quarta dimensione . Le auto erano parcheggiate a chilometri e alla fine un fiume di gente sciamò ovunque, cantando ancora le ultime di Claudio, strada facendo, in quella felice notte del 15 dicembre del 1981, di cui anch’io mi sentii protagonista. Dieci mesi dopo, per Baglioni, fu la volta dello straordinario successo di Alé-oó in Piazza di Siena (24 ottobre 1982) con oltre 160 mila spettatori. Il concerto, completamente gratuito, si svolse al culmine della tournée, che aveva registrato il tutto esaurito nell’estate , appunto sulla scia del successo di “Strada facendo”. Il brano, ispirato ai cori “fair play” negli stadi, vendette oltre un milione di copie, aggiudicandosi appunto il disco di platino. Infine, l’estate del 1985, mentre eravamo alle prese con l’organizzazione dei Mondiali Master di Atletica, in gran spolvero allo Stadio dei Marmi, vestendo i colori e lo style del superatleta Ottavio Missoni, ” La vita è adesso ” divenne il disco più venduto di sempre in Italia, con quasi quattro milioni di copie, ma quello era già l’inizio di un’altra storia…
Ruggero Alcanterini
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