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L’editoriale del Direttore: SISINIO ZITO, QUANDO I GIOCHI ERANO JONICI

SISINIO ZITO, QUANDO I GIOCHI ERANO JONICI

Quando Sisinio Zito, Presidente della Commissione Sanità del Senato, socialista, mi chiese di mettere in campo qualcosa che rendesse onore alla Locride, parte significativa del versante ionico della Calabria, era il 1989 ed io ero reduce dalla impresa organizzativa dei Campionati del Mondo di Atletica, esaltante e catartica al contempo, sigla di chiusura del mio ventennio da dirigente alla FIDAL. Per farmi capire meglio quel che significava per lui riscattare il ruolo positivo della sua Regione, mi coinvolse nella straordinaria unica internazionale realtà del Festival Jazz – Rumori Mediterranei, che era riuscito ad impiantare, dall’universo mondo a Roccella, quale sfida culturale doppia in quel particolare contesto. Sisinio misurava e pesava le sue parole, né era facile agli entusiasmi, ma quando gli proposi di riprendere le radici di cultura greca, attraverso la riedizione degli antichi Giochi ispirati ad una area geo-storica di sintesi, la immaginifica Jonia, recuperando territorialmente il protagonismo degli atleti magno-greci vincitori di innumerevoli corone, estrapolate dagli ulivi dell’Altis, ad Olympia, lui ruppe gli argini. E così, demmo vita a bellissime edizioni dei “Giochi Jonici” in quel di Siderno, con il supporto della RAI, il coinvolgimento di risorse sportive e culturali dell’intera Calabria e non ultimo il contributo scientifico delle soprintendenze sino a Taranto e in particolare di Locri Epizefiri. Il vento che negli anni novanta fece strame del cattivo, ma anche del buono e del meglio nel nostro Paese, frutto di pluridecennali preziose esperienze e che con Sisinio Zito avevo condiviso fin dal 1963 nell’Associazione Italiana Cultura Sport, non riuscì comunque a strapparne l’essenza, a modificarne il significato e il valore. A tre anni dalla scomparsa di colui che fu il senatore più giovane della Repubblica, lascio la penna a chi per primo, il 6 luglio del 2016, ne dette emozionato l’annuncio, a Giuseppe Scanni:
“E’ scomparso poche ore fa il professor Sisinio Zito, senatore socialista, sottosegretario in tre governi, sindaco della sua amata Roccella Jonica per più di un decennio. Sisinio ha fatto parte integrante della mia vita e della mia formazione. Fu il vice responsabile della Sezione Cultura del PSU e del PSI, cioè dalla unificazione socialista del 1966 al 1976, quando, con Craxi segretario, affrontò nuovi ed importanti incarichi nazionali, senza mai dimenticare la sua amata Calabria ed in particolare la Locride e Roccella. Nel suo piccolo ufficio al quarto piano di via del Corso si riunivano tra la fine degli anni ’60 ed i primi anni ’70 le migliori “teste” del socialismo italiano assieme ad alcuni giovani, Agostino Saccà, Raffaele Mirarchi, Mario Colangeli ed io stesso, che avevamo l’occasione di parlare con Giuliano Amato, Federico Coen, Antonio Giolitti, Stefano Rodotà, Walter Pedullà, Gianni Statera, Mario Penelope e tanti, tanti altri. Frequentavamo una sorta di master mentre studiavamo all’Università. Ho incontrato Sisinio fino a circa due anni orsono, un po’ meno, forse, sino a quando le mie condizioni di salute modificarono la mia vita. Sisinio amava la sua Roccella . Da parlamentare si batté per ottenere finanziamenti all’ammodernamento della SS 106 nella Locride ed alla variante tra Roccella ed Ardore. In ragione del mio lavoro dell’epoca ebbe con me un fitto rapporto di informazione e di impulso, organizzò incontri a Roccella sia pubblici che tecnici ai quali mi invitava ed ai quali ero ben contento di partecipare. I suoi concittadini sanno e, con ragione, che il suo impegno è stato determinante per aiutare e confortare chi doveva realizzare un’opera così importante. Io gliene rendo, ora come allora, pubblico merito. Mi piace ricordare anche la signorilità e l’eleganza di Sisinio, raccontando un piccolo e significativo avvenimento: in occasione di una importante apertura della 106, invitato da me a parlare, a presenziare dal palco, mi disse che non essendo il Sindaco di Roccella, non voleva mettere in difficoltà nessuno. Io pensai a quanto ero fortunato ad avere come amico e compagno un simile galantuomo. E la sua scomparsa mi addolora e mi rattrista. Sono certo che la sua famiglia, i compagni, i suoi amici, i suoi concittadini riserbano gli stessi mesti sentimenti perché è venuto a mancare, assieme alla gratitudine per la sua generosa , empatica dedizione al bene pubblico ed al destino dei meno fortunati. Vorrei onorarti con la mia presenza alle tue esequie Sisinio caro. Le attuali condizioni non me lo consentono, e di ciò mi dispiaccio, anche se so di poter contare ancora sulla tua comprensione. Che la terra ti sia lieve.”

Ruggero Alcanterini

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