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L’editoriale del Direttore: Scrivi Sanchez, Leggi Craxi

Arrivano e quindi ci sono dei momenti in cui ci si rende conto delle verità, di quelle intuizioni trasformate in dubbio dalle alchimie mediatiche, dalle sofisticazioni per malcelati interessi, magari di qualche stato o di qualche potere più o meno forte. Adesso, cari tutti, abbiamo presente, in diretta, il risultato di una consultazione elettorale in un Paese come la Spagna, che può fungere benissimo da cartina di tornasole, rispetto ad una condizione politico-partitica di base come quella attuale dell’Italia. Adesso che il giovane Pedro Sanchez, erede di Felipe Gonzalez, leader del PSOE, ottiene sul campo la conferma che la visione socialista dell’Europa, condivisa negli anni ottanta del secolo scorso tra Craxi, Soares, Mitterrand, Brandt, Palme, Papandreou e lo stesso Gonzalez, era e probabilmente continua ad essere quella giusta, quella possibile per la realizzazione di una Unione Comunitaria non Eurocentrica ma reale, sociale, con la prospettiva di pari doveri rispetto a pari diritti per tutti, senza il prevalere di egoismi, cinismi e burocratismi, ci rendiamo conto di quel che l’Italia e la stessa Europa di Mazzini e Spinelli hanno perso con la disastrosa svolta dei primi anni novanta, quando con la prima Repubblica scomparvero tutti i nostri partiti storici, a cominciare dal PSI. Credo che sia passato abbastanza tempo per volare oltre i dettagli ed andare ai risultati, come unica cosa che conta. Non si tratta di piangere sul latte versato, ma di trarre lezione da quanto capitato. Ad esempio, quanto sta succedendo in Libia, non è né più né meno quanto accadeva nel 1987, quando Craxi, Gonzalez e Dumas si misero di traverso e negarono le basi aeree, impedendo a Reagan di polverizzare Gheddafi con le bombe e di restituire quella regione alla cultura tribale, ovvero quanto poi avvenuto nel 2013 per la prepotenza di Sarkozy e di nuovo in atto in questi giorni con il concorso di pelose joint venture , con i risultati catastrofici che sappiamo. Diciamo che lo squarcio luminoso di cui beneficia la Spagna, con la stessa prospettiva di una pacificazione catalana, conferma tanti buoni e cattivi pensieri, rende certezze i dubbi e vena di tristezza la rabbia per l’antico torto subito, purtroppo non risarcibile se non dalla storia che s’intravvede e verrà.

Ruggero Alcanterini

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