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L’editoriale del Direttore: SCHERZANDO CON IL FUOCO, PRIMA DEL GIUDIZIO

Appena ieri stavamo piangendo sulla devastazione dell’Amazzonia ed adesso, oggi, siamo senza fiato e parole per l’orribile arrosto, in cui si va dissolvendo la biodiversità australe, con centinaia di milioni di animali e miliardi di vite comunque in essere distrutte dal cambiamento climatico, determinato dalla insensibilità degli umani, specie killer in perversa azione. Guarda caso, i vertici politici negazionisti, i leader che si sono distinti nel sabotaggio delle ultime COP, da quella di Parigi del 2015 a quella ultima, deludente, fallimentare di Madrid, sono gli stessi che piangono per primi sul latte versato nei propri territori, dove imperversano, roghi danteschi, super uragani, inondazioni bibliche… Intanto la scienza, il mondo della ricerca, la sofisticata genia della speculazione oltre limite, volge lo sguardo verso il satellite Luna da farsi base e il Pianeta Marte da farsi colonia, guarda caso entro il 2050, giusto quando si prevede la dead line per una possibile catarsi del Pianeta Terra, già ampiamente compromesso e avviato alla catastrofe senza ripari. Se poi aggiungiamo le ultime news dal fronte mediorientale, quelle di fuoco armato tese all’insulto estremo e all’inesorabile innesco di conati di guerra delegata, guerreggiata sino all’inesorabile, inevitabile confronto, allo show down in cui cadranno le maschere e si riveleranno i veri interessi, quelli ammantati di balle e veli religiosi, ma in realtà aggrappati alle ultime lucrose riserve di gas e petrolio, le stesse che hanno decretato la fine di rais, l’insorgere di pseudo primavere, l’esplodere di neoplasie da laboratorio come Al Qaeda e ISIS, il massacro di etnie come la curda, la destrutturazione di intere collettività, come quelle di Siria, Iraq, Yemen, Libia e la compromissione di Libano, Sudan, Palestina… Per molto meno, nello scorso secolo ebbero luogo ben due guerre mondiali con centinaia di milioni di morti e la escalation degli armamenti, sino al nucleare ed oltre, di cui i giapponesi hanno fatto la terribile esperienza, ma di cui autori sono stati coloro che ancora si sentono al riparo di ogni conseguenza, separati dagli oceani, ormai ricolmi di platica e sudiciume, barriere invalide in un mondo globalizzato, dove nessuno può pensare di essere immune dalle conseguenze dei propri comportamenti. Globalizziamo dunque anche il sistema dei consensi e del governo del mondo, forse l’unica ultima possibilità di autodeterminare la nostra salvezza o la nostra fine, quella di una collettività che non ha più santi cui votarsi e non può ancora abusare della pazienza degli dei, salvo finire in un tribunale speciale, quello del Padreterno, che prima o poi finirà per dare vita all’inevitabile apocalittico Giudizio Universale.

Ruggero Alcanterini

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Ruggero Alcanterini

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