Anche se le circostanze suggerirebbero parole scontate, bisogna pur riflettere e raccontare della principale caratteristica connotante gli umani, quella della stupidità masochista, della lucida consapevolezza del proprio e dell’altrui destino nel contesto terrestre, salvo improbabili alternative, almeno per il momento. Stavo giusto riflettendo sul terremoto di Durazzo, giunto nella notte con il suo letale tremore, in controcanto con l’inesorabile lievitare della laguna a Venezia ed a conferma che gli artifici, seppure ardimentosi, hanno durata effimera, come è capitato a Genova e Savona, come è già capitato e rischia di capitare lungo l’Italico Stivale. Ecco, per completare il concetto, non posso non collegare un evento diverso come quello dell’ennesimo “furto del secolo” compiuto a Dresda, dove i “Lupin” di turno hanno cancellato un pezzo di storia, dell’arte e della vanità, portando via il cuore della Sassonia, il meglio in diamanti della «Gruene Gewoelbe», fatta costruire dall’elettore sassone Augusto il Forte nel 1730. Probabilmente le parure finiranno in pezzi per ragioni pelose, per essere svendute tanto quanto le vite, la storia e l’economia dei territori cuciti con opere caduche, con ferro cemento ed amianto, con pietre e sudore, ammalorate dal tempo, abbandonate agli eventi da chi costruisce e non manutiene, soccorre e ricostruisce guidato da un imperativo assoluto, quello del profitto. Questo accade ed accadrà fintanto che chi governa non troverà il coraggio di farlo con onestà intellettuale, privilegiando la sicurezza e la salute della collettività, piuttosto che la quadratura dei bilanci. Sappiamo quanto inestimabile sia il valore del nostro ambiente, eppure è il primo ad essere calpestato e svenduto insieme alla vita. Questo era avvenuto con il petrolchimico in Sicilia, Sardegna e Veneto, con l’acciaio in Liguria e Puglia, con l’amianto in Piemonte, la chimica in Toscana, piuttosto che i rifiuti tossici in Campania, le centrali nucleari dismesse ma non scadute nel Lazio… Questo sta per avvenire con migliaia di ponti e viadotti “ultracinquantenni”, ovunque nel Bel Paese, fuori controllo e prossimi allo sbriciolamento. E dunque? Dunque dovremmo cambiare radicalmente atteggiamento, pensieri ed azioni conseguenti, sapendo che prevenire è assolutamente meglio che curare. Ma siamo in grado di farlo? Sembrerebbe proprio di no, prigionieri come siamo nel labirinto della nostra masochista stupidità.
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