Se non fosse realtà, stenteremmo a credere che si stia stati così incapaci o perversi di barattare l’oro atavico di una natura generosa con i mefistofelici veleni, che trovano in Taranto la più assurda delle concentrazioni, dopo mezzo secolo di contaminazioni, di micidiali processi di trasmutazione, che hanno scambiato il ferro in acciaio e la vita in morte. Così si è annichilita la storia gloriosa della Magna Grecia, delle mitiche tombe degli atleti, dell’agricoltura e della pesca , del vino dell’olio, dei mitili e delle ostriche, sublimi doni di una terra e di un mare, il Piccolo e il Grande, che fu eldorado per coloni e guerrieri di Oikoumene, base strategica per flotte antiche e moderne, che oggi vive la surreale drammatica trasformazione di luogo dei predestinati al più terribile dei ricatti, quello tra la vita e la morte, passando per un assurdo dilemma, quello tra il lavoro e il sarcoma. Oggi, a Taranto e in Italia, per tutti coloro che hanno coscienza e consapevolezza di quanto è accaduto e sta accadendo, è stato proclamato il lutto cittadino in memoria delle vittime da superdiossina, per i fumi micidiali sparati dai duecentoquindici camini alti fino a duecento metri, che rendono impossibile la sopravvivenza di chi è in quel territorio, in quella bolgia che va oltre la pur straordinaria immaginazione dantesca. Come venire fuori da questa situazione perversa? Semplice, si fa per dire, invertendo dinamiche e processi, riconoscendo errori e colpe, impedendo che ci siano altre vittime, oltre quelle che giacciono nelle tombe ricoperte di quella polvere rossa che, come la bianca dell’amianto, è divenuta il terribile sudario delle vittime innocenti di un processo involutivo industriale , che comunque andava fermato già venticinque anni fa, per leggi e misure conseguenti, che oggi si rendono assolutamente urgenti . Infine, si avverte la necessità di una reale forte mobilitazione, che aiuti le persone a liberarsi da questo incubo, da questa spirale viziosa in cui anche chi governa sembra non abbia la necessaria determinazione per scelte purtroppo drastiche. A tal riguardo, abbiamo notizia che ONA – l’Osservatorio Nazionale sull’Amianto e l’Ambiente, adesso in sinergia con il Comitato Nazionale Italiano Fair Play, si schiera al fianco della collettività tarantina e prende spunto, affinché non si ripetano esperienze simili nel nostro Paese.
Ruggero Alcanterini
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