Ecco, parodiando il grande Domenico Modugno, sto pensando a chi pur essendo soggetto a condanne definitive e senza appello come l’ergastolo o il trattamento ancora più duro del 41 bis, gode delle condizioni ideali per evadere piuttosto che allontanarsi senza sforzo durante un permesso premio o un collocamento ai “domiciliari” per cause particolari, come nel caso della pandemia da Coronavirus. Trasformare il permesso in “viaggio premio” per primule rosse di conclamata esperienza, come Graziano Mesina, Gratzianeddu e Giuseppe Mastini, Jonny lo Zingaro, evadere è uno scherzo da ragazzi, nonostante la terza e quarta età. Diciamo a questo punto che rimanere in carcere è un optional, tanto quanto andare a spasso e tornare ad essere incubo per i cittadini normali, magari ristretti per motivi pandemici. E’ evidente che il cerchio non quadra, anzi si chiude su di una giustizia incoerente e neghittosa, ma pure aggressiva e persecutoria in particolari casi, come ci ricorda la triste vicenda di Enzo Tortora. Sembra che la metà degli scarcerati con il “provvedimento” COVID sia ancora a casa. E allora? Allora questo dimostra che l’emergenza sanitaria non è finita o che la burocrazia giudiziaria per l’applicazione della legge è cosa davvero complicata e complessa? Valutate voi…
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