Io penso che i margini entro il quali sviluppare un confronto siano ben più ampi di quanto non appaiano nella forma, ovvero che sino all’ultima entità anche infinitesimale dello spazio tempo sia possibile modificare, ribaltare una situazione, un risultato. E vengo al dunque, perché a mio avviso venerdì il CONI e segnatamente con il suo Presidente, Giovanni Malagò, ha sfiorato una straordinaria occasione per dare un segnale sotto il profilo della qualità, nell’ambito di un confronto, che da muscolare potrebbe divenire virtuoso, ancorché virtuale , nella prospettiva della possibile necessaria trasmutazione di una materia resa paradossalmente vile dai suoi accenti, dall’eccesso di agonismo, di tecnicismo e di professionismo finalizzati al grande spettacolo metafisico cyber-info-mediatico globale nelle arene dello sport, con sovraesposizione calcistica. E mi riferisco alla enfatica presentazione dell’Anno Accademico 2019 per la Scuola Nazionale dello Sport, nella stessa Aula Magna, in cui ventiquattro ore prima il Governo aveva maramaldeggiato schierando ben tre Ministri e due Sottosegretari alla PCM, a rimarcare la ferma intenzione di un cambio di metodo e di passo , finalizzati alla gestione diretta di una materia duttile e preziosa, come quella dello sport al servizio della prevenzione salute. Una cerimonia affollata e carica di spunti emotivi, praticamente una risposta in termini concreti e di stile, arricchita dalle mille variabili sinergiche, dalle pregiate collaborazioni accademiche. Dunque, la presentazione di un gioiello di famiglia, una collaudata fucina di talenti fondata da Giulio Onesti e Marcello Garroni, pronta a rinverdire le fila degli esperti e dei “maestri”, che ancora fanno e probabilmente continueranno a fare la differenza per la gestione manageriale di un fenomeno così complesso com’è lo sport, appunto nelle sue diverse accezioni. Una straordinaria opportunità di replica per il Comitato Olimpico, nemmeno ipotizzata, ma casuale, nell’arco di appena ventiquattrore, dopo la imprevista improvvisa Conferenza del Governo “gialloverde” di giovedì. Per dare una idea compiuta della contemporanea modernità in chiave pop e della raffinatezza classica dell’Istituto ormai ultracinquantenne, il Direttore, Rosanna Ciuffetti, forte di una esperienza polivalente di alto profilo in campo nazionale e internazionale, iniziata negli anni ottanta al fianco di un “numero uno” come Primo Nebiolo, ha accostato la linea d’approccio al futuro con quella che è stata la Scuola di New York secondo Jackson Pollock e Andy Warhol e soprattutto la Scuola di Atene, la pietra angolare della filosofia e della sapienza in cui, per Raffaello, Platone è al centro della storia nella significative sembianze di Leonardo da vinci, affiancato da Aristotele nei panni di Bastiano da Sangallo. Tra gli innumerevoli personaggi rinascimentali coinvolti figura lo stesso Michelangelo Buonarroti nel ruolo di Eraclito. Ma la cosa straordinaria di quella insuperabile rappresentazione della supremazia della conoscenza e della cultura è stata proprio l’idea che i due volumi nelle mani di Platone (Timeo, del dialogo) e di Aristotele (Etica, della filosofia morale) fossero e siano lì a rappresentare in sintesi quel che nella Biblioteca di una Scuola è riposto, ovvero il tesoro inalienabile e indispensabile della memoria, come centro dell’universale sapere. Bene, il colpo di teatro, il brusco ritorno ad una prosaica realtà qual’è stato venerdì ? Quello che il volo pindarico è stato interrotto da una inquietante notizia, ovvero quella che la Biblioteca Sportiva Nazionale, con i suoi quarantamila volumi e le collezioni di duemiladuecento testate, con il fondo antico custode delle rare “cinquecentine”, dovranno trasferirsi in ipotetico altro loco per far posto a migliaia di provette dell’antidoping. Francamente, sarebbe auspicabile che l’intero Servizio dell’Antidoping fosse trasferito in luogo più adatto e compatibile con la natura del servizio, anche secondo gli orientamenti della World Anti-Doping Agency, di cui lo stesso Giorgetti aveva fatto menzione. Lo stupore , il dolore provato all’idea che la Biblioteca Nazionale, peraltro elemento sistemico nella rete delle Scuole Regionali dello Sport, anch’esse dotate di biblioteche, ha superato finanche il disappunto per l’ennesima dimenticanza delle Associazioni Benemerite tra le organizzazioni funzionali ad una importante azione di promozione culturale sportiva. Mentre immaginavo Platone basito, interdetto ed incerto nell’indicare Dio ed Aristotele adirato, serrande le cinque “olimpiche” dita nel pugno, vedevo in Rossana Ciuffetti la indomita neo-platonica matematica, astronoma greca, Ipazia, colei che quindici secoli fa difese principi ed idee osteggiate dai Principi e dal Clero in quel di Alessandria d’Egitto, sede della più grande Biblioteca della storia antica, oggi, come quella del “Giulio Onesti”, in odore di digitalizzazione.
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