Colpiscono la tempestività e la disinvoltura con cui il Presidente Trump ha scaricato completamente sugli iraniani la responsabilità della catastrofe aerea capitata a Teheran l’altra notte, quella dell’azione vendicatoria, dopo la temeraria uccisione di Soleimani. Pare che il Boeing ucraino sia incappato nella concitazione antiaerea di un temuto effetto, stante la causa dell’attacco missilistico in corso contro le basi americane a Bagdad. Donald, al limite del beffardo, sentenzia che qualcuno ha sbagliato, dimentico che tutto è nato dal suo ok al drone killer, che ha incenerito il generale all’alba del 3 gennaio. Da quel momento, nel volvolo esplosivo determinato, sono caduti quasi trecento civili, tra gli schiacciati durante i funerali e i passeggeri dell’areo disintegrato nella periferia della Capitale dell’Iran. Dunque chi è che ha sbagliato sulla pelle dei disgraziati, che l’hanno persa nella dinamica tra causa ed effetto? Quale la consecutio temporum su cui fondare il giudizio ? Questo interrogativo vale anche a futura memoria, nel dubbio che il perverso effetto domino e il gioco peloso dello scarica barile siano soltanto all’inizio…
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