Ma certo che sì. Bisogna conoscere il gioco e giocare per vincere. Basta con balle, meline e sotterfugi. Dal taroccamento degli assalti alle petroliere nel Golfo di Oman, al girotondo pilotato degli uomini forti di Libia, alla giustizia più o meno giusta, alle dislessiche regole dell’europoliburocrazia, ai sintomatici refoli dello spread, alla primavera negata dal mondo avvelenato, alle buche sicure senza assicurazione, al diluvio olimpico nel nord del Bel Paese, oggi preferiamo i dribbling ed i tiri in porta delle nostre toste ragazze del calcio, che questo pomeriggio se la vedranno con le giamaicane. Basta con le storie autolesive, basta con i timori reverenziali, con i dubbi. L’Italia c’è e ci sarà comunque. Torno a chi ha già vinto e allo spirito con cui occorre sfidare o se preferite affrontare il destino che era e pur sempre sarà cinico e baro… Pensate al ballo propiziatorio di Ondina Valla e Claudia Testoni, prima dell’exploit a Berlino 1936, piuttosto che al trionfo di Sara Simeoni a Mosca nel 1980 o a quello di Gabriella Dorio a Los Angeles nel 1984, perché quel che conta è … saper vincere !
Ruggero Alcanterini
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