Cosa volete, per quel che è accaduto e quel che accade nel Palazzo di vetro, all’Assemblea ONU di New York, con l’avanzare ursino di Donald e l’espressione terrificata di Greta, mi tornano in mente le note di Lucio Dalla, le parole di Paola Pallottino e la cantata di Rosalino Cellamare, in arte Ron. Un episodio musicale che fece epoca, perché “Il gigante e la bambina”, nel 1971, riprendendo un fatto di cronaca, ruppe il tabù della violenza sui minori, con clamorose contorsioni tra la censura RAI e gli autori. Qualcuno si chiederà il perché di questo mio istintivo accordo, il risuonare di quel “Disco per l’estate” allora frainteso come favola per bambini… Il perché è per me chiaro e forte, tanto quanto l’incedere temerario di chi – come Brasile, Giappone e Corea del Sud – non recede dalla vertigine, ma implementa lo sviluppo basato sul fossile e la mefistofelica soluzione nucleare, eradica l’Amazzonia e fa mattanza scientifica dei cetacei, fregandosene delle conseguenze globali. Il mondo è ormai pieno di disastri ambientali, al punto di suscitare conati collettivi, la ribellione delle ragazze e dei ragazzi, che finalmente hanno capito di non poter contare su chi li ha generati, ma continua a fare scempio della casa comune. Quello che sbalordisce (ed esemplifica lo spirito con cui i Governi affrontano allegramente l’inabissamento dell’eden negli inferi) è che anche i 66 Paesi dichiaratisi per un salvifico “Emissioni da energia fossile, Zero!”, si sono dati un traguardo a trentuno anni, il 2050. Come dire chi ci sarà vedrà e sarà quel che sarà. Certo, dunque, che Greta Thunberg, nel ruolo della bambina, non poteva che reagire accusando gli “orchi” di averle rubato l’infanzia e la speranza per un futuro migliore, di perseverare con i loro comportamenti elusivi, ingannevoli, inconcludenti, perversi. Credo proprio che questo sia il caso di un consapevole stupro del Pianeta Terra da parte di giganti stolti. E’ sbalorditivo, che nonostante la rabbia degli uragani e lo strame catastrofico d’interi Stati, il Presidente degli USA., Trump, continui ad infischiarsene del cambiamento climatico ed anzi, dopo aver ritirato l’adesione all’accordo sottoscritto a Parigi nel dicembre del 2015, per COP 21, con altri 194 stati, ha visto il surriscaldamento come occasione d’affari, proponendosi alla Danimarca per l’acquisto delle terre decongelate della Groenlandia. Ecco perché il grido della “bambina” Greta, si avverte così forte, penetrante, accusatorio, senza remore possibili. Ecco perché ogni svolazzo della politica rischia di essere giudicato inaffidabile. Ecco perché non possono esserci giustificazioni a predazioni, guerre, migrazioni bibliche ed arricchimenti indebiti. Ecco perché l’urlo dei millennials nelle strade e nelle piazze non può essere regolato dalla burocrazia scolastica. Ecco perché dobbiamo tornare tutti adolescenti, sfuggire alla satrapia dei giganti e fare argine, salvare il ventre materno, salvare quel che rimane di Gaia.
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