Era del 1990 l’adattamento televisivo in serie per un romanzo di Stephen King, L’ombra dello Scorpione, che anticipava, sino al limite dell’estinzione, la disavventura per virus del genere umano. Allora come adesso, ieri come fantascienza, oggi come realtà, il contagio aveva l’approccio perverso di un semplice raffreddore. Pochi i sopravvissuti, che avrebbero sconfitto alla fine le forze del male, autrici dello “Scorpione”, il virus killer, in laboratorio. Cosa volete che pensi, a volte la fantasia supera la realtà ma, dall’andamento evolutivo di Corona/COVID 19, ho l’impressione che nei margini indefiniti dell’imponderabile, dell’escalation che ci sta divorando minuto per minuto, la realtà possa avvicinarsi se non superare la fantasia, se non altro per gli effetti psicologici che sta determinando nella parte responsabile della collettività mondiale. La cosa stupefacente è che molti degli attori continuino a non capire, cercando pervicacemente il vantaggio da una situazione drammatica in cui essi stessi sono coinvolti. Per certi versi, mentre l’umanità invoca soccorso, imperversa il cinismo delle agenzie di rating, dei guerrafondai, dei mercanti di uomini e del petrolchimico, dei rei di antropofagia nei confronti della natura, degli speculatori dei disastri ambientali, che non mollano per un attimo la presa, nella folle illusione di farla franca, di rimanere estranei dal giudizio, che prima o poi toccherà loro, come ieri a toccato ai responsabili dell’immane disastro di ECO X a Pomezia. Adesso, dunque, come è capitato con il Presidente di ONA, Ezio Bonanni, che ha assunto i panni del Paladino contro gli untori con sostanze tossiche e con inquinanti pandemici, come l’amianto, una volta storie di “lana caprina” ed oggi percepite come emergenze da “lana salamandrina”, si avverte anche la diana di una inversione di tendenza. Giungono segnali di buon senso, di salvifiche azioni concrete, come nel caso del Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che ha dato un taglio alla inaccettabile polemica sulle riprese televisive del calcio di Serie A, a porte chiuse, mentre le maratone e le classiche del ciclismo ripongono scarpe e pedivelle , rinviano partenze e traguardi e i medici veterani tornano in campo a dare man forte. Ecco, ci sono davvero momenti in cui si può dimostrare il valore reale, quando il coraggio e la lealtà, l’abnegazione tornano ad essere in odore di considerazione e benemerenza. Francamente, penso che questa crisi globale, impensabile sino a due mesi fa, non avrà la durata breve che tutti stiamo cercando di augurarci – anche con atteggiamenti poco consoni alla profilassi – e non mancherà di lasciare il segno, con vittime e cambiamenti di registro comportamentale, aggiornamento di infrastrutture, riconsiderando in primis l’inadeguatezza della realtà comunitaria, dell’Unione Europea in termini di pari diritti e pari doveri, a cominciare dalla salute, senza distinguo di età, genere, censo e latitudine.
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