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L’editoriale del Direttore: “Il colore del Gilè”

«Questo campo è un campo di combattenti, questo giuoco è un giuoco di combattenti. In una vecchia cronaca fiorentina si dice del calcio gioco proprio e antico della città di Firenze, a guisa di battaglia ordinata. I campioni di tutti i reparti qui si addestrano alla rapidità, all’agilità, al colpo d’occhio sicuro, al coraggio sprezzante, alla lunga lena. Qui si foggiano i muscoli forti e gli animi grandi. Il gioco a guisa di battaglia ordinata è la preparazione all’assalto d’armi. Per ciò io non assisto alla festa di oggi se non come combattente capo di combattenti. Pronti? Io grido. E voi come mi rispondete? Pronti!». Il discorso era di Gabriele D’Annunzio, l’inventore dello scudetto tricolore sulla maglia azzurra, pronunciato il 9 maggio del 1920, prima dell’ incontro di rivincita tra il corpo dei volontari italiani e i fiumani al campo sportivo di Cantrida. Arbitrato dal tenente Masperi, consigliere delegato della Federazione Italiana Gioco Calcio, fu vinto da quelli di Fiume, che contavano calciatori dilettanti e semiprofessionisti e che batterono (2 a 1) una compagine eterogenea di bersaglieri, fanti, arditi, aviatori e marinai, futuristi, avventurieri. E così ieri abbiamo avuto un aggiornamento sul colore e il valore simbolico di striscioni e gilè, così come si è sciolto il nodo della mobilità per i tifosi del calcio, da compattare sui treni, salvo i violenti, che se ne fregheranno e continueranno a fare sfracello ovunque ce ne sia il pretesto e l’opportunità. E sì, perché la violenza ancorché gratuita costituirebbe di per se una aggravante di reati ormai nella obsolescenza per l’immaginario collettivo. Una volta si sentiva parlare di adunate sediziose, di associazioni per delinquere… Oggi siamo alla protesta fuori controllo, al bullismo, allo sballo… Reati declassati in argomenti per sociologi, incubi per le forze dell’ordine, ma in realtà testimonianza di una società civile allo sbando, vittima di un pandemico degrado culturale comunitario, che dovrebbe allertare e impegnare seriamente i commissari e i super pagati funzionari della Commissione Europea, diversamente rinchiusi nella loro asettica e silenziata torre d’avorio in quel di Bruxelles. Pensate che il movimento dei Gilet Gialli francesi non sia contaminato dallo stesso virus che ha imbastardito e insanguinato i fenomeni ribellistici degli anni sessanta e settanta, delle contestazioni in occasione dei “G” di ogni numero e grado , dal 7 al 20?, alle proteste sindacali e per l’ambiente, comprese quelle degli animalisti? Puntualmente, fazzoletti rossi e sciarpe si sono trasformati in casacche, bende e cappucci neri con i black block, quindi oggi in gilet gialli, piuttosto che nei colori dei club di riferimento, secondo codici tribali. Vi ricordate del treno che fu sequestrato da
tifosi organizzati napoletani il 31 agosto del 2008? … – “IN OSTAGGIO LA STAZIONE. PASSEGGERI COSTRETTI A CAMBIARE TRENO, 4 CONTROLLORI CONTUSI.
ALL’OLIMPICO INCIDENTI E ARRESTI. ACCOLTELLATO AD UNA GAMBA UN TIFOSO NAPOLETANO.
ULTRÀ DEL NAPOLI PADRONI DEL TRENO
FERROVIE: “DANNI PER 500.000 EURO”
TAFFERUGLI A TERMINI. CARICHE DELLA POLIZIA. MARONI CHIEDE CHIARIMENTI AL QUESTORE DI NAPOLI”…-
Questo era il titolo e la sintesi di quanto accaduto e di quanto potrebbe accadere, fintanto che la cultura del compromesso non lascerà ruolo prioritario a scelte diverse, drastiche, per risolvere alla radice le spaventose carenze esistenti in campo educativo. Tra il candido gilè de “L’uomo in frac”, comunque serenamente orientato al suicidio e gli altri ce ne corre . Qualcuno aveva pensato di utilizzare l’azzurro “nazionale” per protestare contro i provvedimenti in finanziaria che stanno cambiando le carte in tavola per il mondo dello sport e segnatamente per il CONI Servizi, ma il vero serio problema rimane quello di tenere fuori i violenti e i criminali da un fenomeno come quello del tifo calcistico che pur ha padri e mentori di tutto rispetto, se non nobili, come lo stesso Gabriele D’Annunzio.

Ruggero Alcanterini

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Ruggero Alcanterini

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