È arrivato, anzi tornato l’Ambasciatore di Francia, Christian Masset, senza piuma sul cappello, non a cavallo d’un cammello, ma con la letterina d’invito a Parigi da parte del Presidente transalpino Emmanuel Macron per il nostro Sergio Mattarella, che dal Quirinale ha prontamente accettato. Si sono così riaccese le luci dello storico Palazzo Farnese in Campo dei Fiori, che dalla sua elaborata costruzione, passando per Sangallo, Michelangelo, Vignola, Della Porta, Cipolla, ne ha ben viste di tutti colori, dal nero della devastazione lanzichenecca e della peste del 1527, al bianco gigliato di Paolo III nel 1541, al cinereo del rogo in cui finì la vicenda terrena di Giordano Bruno il 17 febbraio del 1600 ( “…uomo di nessun nome e autorità fra voi, sfuggito ai tumulti di Francia, non appoggiato da alcuna raccomandazione principesca, mi avete ritenuto meritevole di cordialissima accoglienza, mi avete incluso nell’albo della vostra accademia, mi avete accolto in un consesso di uomini tanto nobili e dotti, da sembrare ai miei occhi non una scuola privata o una conventicola esoterica, bensì, come si conviene all’Atene tedesca, una vera università…”) all’oro scaduto dell’ex Re di Napoli, Francesco II, nel 1860, al rosso del 1968, al giallo gilet di questi tempi.
Ruggero Alcanterini
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