Il dominio italiano con le armi da tiro, nella pistola, come nella carabina, nello skeet o meglio nel tiro a volo dalla fossa, gli ori anche doppi di Niccolò Campriani a Londra e Rio, di Diana Bacosi e di Gabriele Rossetti, l’argento di Chiara Cainero, hanno radici profonde, storiche. E non penso tanto e non solo a quanto successo dal 1952 ,ad Helsinki, in poi, quando si affacciarono nelle postazioni e dalla “fossa”, talenti come Rossini (poi oro a Melbourne) Mattarelli, oro a Tokio, Gragnani (Città del Messico) Scalzone (Monaco) Giovannetti (Mosca e Los Angele) Falco (Atlanta) Benelli , attuale D.T. federale (Atene) Cainero (Pechino) e Rossi (Londra) quanto a quello che era stato fondamentale per la nascita e l’evoluzione delle discipline basate sul tiro ad un bersaglio fisso, in essere da fine Settecento e sempre presente nel programma olimpico sin dal 1896 o mobile, inventate dagli americani con il lancio di palline da addobbo natalizio a metà Ottocento ( in alternativa ai poveri piccioni sino ai Giochi di Roma ) seguiti dagli inglesi con i primi piattelli in argilla (1857) e dagli italiani con il primo Club a Milano, nel 1872. Per il Tiro Assegno, l’Unione Nazionale fu istituita nel 1882 su ispirazione di Giuseppe Garibaldi. Nel 1932 a Los Angeles Lorenzo Morigi detto la “mitragliatrice umana”, antagonista di Ettore Muti, conquistò l’oro, centrando da venticinque metri sei sagome in due secondi. La partecipazione ai Giochi segnava il decennale del regime fascista e assumeva un forte valore simbolico, come accadde poi anche nel 1936 a Berlino. Credo però che, uno da per tutti, vada assolutamente ricordato in modo particolare: Ettore Stacchini, industriale romano delle munizioni, editore della bellissima rivista Il Tiro a Volo, dal 1928, lui tesso tiratore sceltissimo, che prima portò nel 1926 a fondazione la FITAV (Federazione Italiana Tiro a Volo) e poi nel 1930 ad organizzare a Roma una straordinaria edizione dei Campionari del Mondo. Presidente della Federazione sino al 1938, riuscì a coinvolgere in varie forme personaggi importanti o imprevedibili come lo stesso Achille Campanile. Comunque, Stacchini entrò personalmente nel mito per il suo record mondiali: dal 1926 al maggio 1936 i tiratori tesserati della F.I.T.A.V. avrebbero ottenuto in campo internazionale ben 569 primi premî, 961 piazzamenti, 4 grandi premî di Monaco, un campionato mondiale , con lo stesso presidente della F.I.T.A.V., appunto Ettore Stacchini, che nel 1934 stabiliva quattro primati mondiali di tiro al piattello e cioè: il massimo dei bersagli colpiti in una gara (101 su 101); il massimo dei bersagli colpiti in più gare nella stessa giornata (161 su 161); il primato del mondo di velocità di tiro al piattello con 90 bersagli colpiti su 100 sparati in 112″ e 3/5 togliendolo al Belgio che lo deteneva con 80 su 100 in 152″, e infine il primato del mondo quantitativo, colpendo 1000 bersagli su 1027 in 1 ora 20′ 57′′ 3/5 di fuoco effettivo.
Ruggero Alcanterini
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