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Le riflessioni del Direttore -CONGRESSO NAZIONALE CONI – LE PROPOSTE ALL’ASSEMBLEA DELLE ASSOCIAZIONI BENEMERITE

L’importante e fondamentale Settore dei valori certi dello sport italiano, quello delle Associazioni Benemerite, se non pecca di rappresentanza formale, difetta di presenza strategica, fondamentale per un diverso indirizzo e consistenza della promozione dell’etica e della cultura sportiva nella società civile.
Con l’introduzione della rappresentanza delegata in Consiglio Nazionale, dodici anni fa, veniva di fatto messa in mora la funzione del Comitato di Coordinamento per le Benemerite, che in tutto questo tempo è rimasto di fatto inerte, aumentando il disagio di una condizione storicamente marginale. Paradossalmente, questa novità nel sistema CONI, ha creato un vulnus nel settore, peraltro determinando una pesante sperequazione con le Discipline Associate e gli Enti di Promozione . Infatti, il legislatore ha previsto per questi soggetti una rappresentanza plurima in Consiglio, con una proporzione addirittura di uno a tre, mentre per le Associazioni Benemerite si tratta di uno a diciannove: questo significa che chi ha l’onore e l’onere di rappresentare questa preziosa realtà nella sua poliedrica diversità, ancora di più deve rappresentarla, facendosi carico nella maniera più adeguata di trasferire nella massima Assise dello Sport Italiano quanto le Associazioni hanno maturato nel corso della storia, in termini di esperienza, di risorse intellettuali e di meriti esemplificativi.
Nel Consiglio Nazionale andrebbe svolta un’attenta azione di sostegno al prezioso – ma non sufficientemente valorizzato – ruolo delle Benemerite, che per molti aspetti è trasversale rispetto alle Federazioni Olimpiche e alle Discipline Associate, nonché agli Enti di Promozione Sportiva. Il rappresentante delle Associazioni Benemerite è dunque l’unico nesso, anche con la Giunta Nazionale e dovrebbe rappresentare alla stessa istanze di carattere generale o particolare.
Il primo obiettivo da cogliere nel prossimo quadriennio dovrebbe essere quello del concreto riconoscimento delle funzioni delle Benemerite nel sistema sportivo italiano. Per questo, occorre far si che tutte le Associazioni, insieme e nelle loro singole specificità, ottengano una maggiore rappresentatività e visibilità nel contesto, ovvero che – anche con un adeguamento del numero dei membri eleggibili in Consiglio Nazionale – siano messe un condizione di esprimere al meglio e pienamente le loro straordinarie potenzialità. Per questo, sarebbe auspicabile una piena condivisione da parte del Consiglio Nazionale e quindi della Giunta e della Presidenza del CONI di rilancio strategico delle Associazioni Benemerite, come valore aggiunto dello sport nella società civile, finalizzato alla crescita della sua qualità educativa, mai come in questo momento necessaria e conseguentemente apprezzabile dalle istituzioni e dall’immaginario collettivo.
Al fine di determinare un diverso stato e indirizzo dell’impegno delle Benemerite, volendo superare lo “stand-by” di questi ultimi anni, occorrerebbe un segnale importante, un forte messaggio unitario, come potrebbe essere quello di una “Prima Conferenza Nazionale dello Sport Benemerito”, indetta di concerto con la Presidenza del CONI e organizzata con la partecipazione corale delle Associazioni, che dovrebbero avere pari opportunità e pari importanza, ognuna evidenziando la propria diversa missione. Nella circostanza, si potrebbero aggregare diverse iniziative collaterali, come mostre, work shop, meeting con analoghe Organizzazioni europee e internazionali, determinando anche lo start up di nuove opportunità di sostegno, integrative delle risorse già disponibili . Per dare un significato pieno alla potenziale svolta del ruolo delle Benemerite, da adesso al 2020, con il conforto del Comitato da me presieduto, propongo :
che siano destinati adeguati mezzi, finalizzati a obiettivi condivisi di carattere straordinario, da condividere tra il CONI e le Associazioni, rispetto alle missioni da compiere e alla funzionalità operativa, che dovrebbe tenere conto della struttura centrale, ma anche di quelle periferiche, da garantire per tutti e in termini di pari dignità con altri Organismi riconosciuti dal CONI;
che si preveda un utile coinvolgimento delle A.B. nelle azioni che il CONI intende compiere, volta per volta o permanentemente, nei campi propri delle ragioni sociali, nella loro diversità;
che, in ragione di quando sopra, vengano assegnati alle A.B. compiti e obiettivi da raggiungere nell’ambito del programma generale di attività e di lavoro del Comitato Olimpico e in particolare per la scuola, per i giovani, per la promozione etica, della prevenzione, della tutela, della diffusione della cultura e della migliore qualità della pratica, nonché la fruizione dello spettacolo sportivo;
che i rappresentanti delle A.B. possano essere invitati e sentiti, quando opportuno e necessario, alle riunioni degli Organi del CONI e inseriti episodicamente o permanentemente in gruppi di lavoro, commissioni interne o esterne al CONI, in cui la loro indubbia esperienza e competenza potrebbe essere particolarmente utile;
che siano comunque istituite dal CONI commissioni integrate tra rappresentanti di A.B., Federazioni, Discipline ed Enti, oltre a soggetti terzi interni ed esterni, che si occupino autorevolmente e utilmente di storia e cultura dello sport; di lotta al doping in termini di prevenzione; di valorizzazione complessiva delle benemerenze sportive acquisite sul podio e non; della promozione della pratica e della cultura dello sport con una visione etica e di fair play come stile generale di vita; della valorizzazione dell’associazionismo sportivo e delle sue radici ultracentenarie; dei dirigenti sportivi che paradossalmente non sono coinvolti e gratificati quanto tecnici ed atleti, ma costituiscono la pietra angolare su cui si basa l’esistenza in vita della maggior parte delle piccole società sportive; della preziosa eredità umana e storica del CONI di cui sono depositari i suoi ex quadri e dipendenti, testimoni di una esperienza unica e irripetibile dalla rinascita dell’Ente e dei Giochi del 1960; del fondamentale ruolo degli insegnanti di educazione fisica e motoria nella scuola e nel contesto più ampio della società civile, quale garanzia di un corretto approccio con lo sport a qualsiasi età; dell’olimpismo e della memoria, dello studio e delle ricerche sullo sport; della solidarietà, dell’abbattimento delle barriere architettoniche in impianti sicuri e rispettosi dell’impatto ambientale e del risparmio energetico; delle disabilità particolari, delle diversità, dell’integrazione e della tolleranza; infine e non ultima della comunicazione, sorretta da migliaia di giornalisti sportivi, che alimentano l’informazione locale, fondamentale sostegno per la base dello sport .

Ruggero Alcanterini

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Ruggero Alcanterini

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