Sono Anime salve le prostitute di De André. Ragazze, donne, transessuali che viaggiano sempre, come il loro cantore, in direzione ostinata e contraria.
Nel 1974, durante il soggiorno estivo in Gallura con Francesco De Gregori, il cantautore genovese traduce e reinterpreta “Seems so long ago, Nancy”, brano del 1969 di Leonard Cohen. Ne esce fuori “Nancy”, una delle più intense e torbide canzoni dell’intero panorama poetico – musicale italiano. E’ la storia di una giovane prostituta, troppo giovane e troppo fragile affinché la sua anima possa accettare il suo lavoro.
La Nancy deandreiana appare molto diversa da quella raccontata da Cohen. All’intensità del brano coheniano De André aggiunge tutte le tematiche che hanno contraddistinto la sua poetica: il Vuoto esistenziale, la Notte, la Perdizione. Il brano, a differenza di quello di Cohen, presenta anche un sarcasmo rivolto a coloro che hanno più volte posseduto il corpo della ragazza; c’è molto De André nella struggente e cinica ironia della frase conclusiva del brano, così vera nel suo doppio senso: “Sono contenta che sei venuto”.
Nancy è una parabola sulla solitudine di un lavoro – quello della prostituta – che costringe ad indossare una maschera di “bigiotteria” che esplicita il luogo in cui si esercita la professione: quel Palazzo del Mistero che ospita la superficialità dei suoi clienti. La dolce bellezza di Nancy con le sue “calze verdi”, la sua rassegnazione e freddezza rendono motivato il tragico epilogo della storia. E’ da un terzo piano, che non raggiungerà mai, che Nancy trova la sue serenità. Forse la sua libertà.
De André non si limita a delineare le sensazioni della giovane prostituta; in sede critica è interessante analizzare la sua posizione riguardo i carnefici. Se nel Palazzo di Giustizia “suo padre era innocente” nel Palazzo del Mistero “non c’era proprio niente”. Al suo interno rimane infatti soltanto il Vuoto della Notte con i suoi volgari e “distratti” clienti, pentitisi troppo tardi e ormai soli in quello stesso Vuoto da cui avrebbero dovuto salvare Nancy, anche lei “uccisa in un bordello dalla carezze di un animale”. Come la Maggie de La collina. Ma anche come Marinella, Sally, Titti e tutte le altre innocenti prostitute di De André: Anime salve/spiriti solitari che non chiedono mai a nessuno “cosa fai domani?”.
Angelo Iannelli
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