Domenica 26 maggio andrà in scena la sfida decisiva per i granata tra i freschi vincitori dell’Europa League ed il Torino dell’uscente Ivan Juric. Una sfida che potrebbe sancire dopo anni di nulla europeo e non solo, la qualificazione alla prossima Conference League tramite una serie di concatenazioni tra cui la vittoria nella finale europea della Fiorentina.
Per il tecnico croato sarà l’ultima panchina in veste granata non tra poche polemiche e dichiarazioni variegate contro il popolo torinista, reo di tutte le colpe di anni ricchi di mediocrità. Ma vediamo nel dettaglio riassumendo.
Estate 2021: Ivan Juric approda sulla panchina granata tra proclami festanti ma soprattutto con un ricco contratto del valore di 2 milioni di Euro netti a stagione. I suoi precedenti a Verona? Un nono ed un decimo posto con saluti al veleno ed una tifoseria mal sopportata.
Bastano poche settimane al croato per avere i primi mal di pancia societari tanto da dichiarare in conferenza stampa di non essere mai stato a conoscenza dell’austerity societaria imposta. L’ex Verona diventa in breve tempo l’idolo e forse anche la speranza per tutti i tifosi di una scossa contro una società fin lì assente e lacunosa ma soprattutto dopo annate disastrose.
I mal di pancia di Juric però continuano e praticamente ogni weekend si lancia in dichiarazioni polemiche contro la società salvo smentirsi da solo il giorno dopo.
Estate 2022: in mondo visione circola un video rubato da qualche giocatore della lite tra il croato ed il Direttore Tecnico Davide Vagnati con tanto di spinte ed insulti tra cui quello nei confronti del Presidente. Non mancano ovviamente settimanalmente le conferenze stampa del tecnico contro la campagna acquisti inadeguata e la puntuale retromarcia il giorno dopo.
Stagione 2023: in preda ad uno slancio di entusiasmo e dopo una campagna acquisti concertata con la società (arrivi di Zapata e riscatto di Ilic per esempio) Juric dichiara che l’obbiettivo del Torino deve essere giustamente l’Europa e per cui nel caso di mancata qualificazione lascerà la guida tecnica della squadra granata.
Il sostegno intorno alla squadra è totale con lo stadio Olimpico spesso esaurito nonostante alcune partite imbarazzanti ed uno “stadio Filadelfia” (se così si può chiamare) sempre chiuso al pubblico in stile bunker inaccessibile!
Stufi di annate sempre al decimo posto in piena comfort zone sopravvivenza, una parte della tifoseria incomincia a mal digerire le uscite del tecnico. La goccia che fa traboccare il vaso, il dito medio nei confronti della maratona di Juric prima e Pellegri poi.
Le prestazioni della squadra sono quanto mai altalenanti e la classifica come sempre mediocre con l’aggravante della sensazione che con pochissimo sforzo in più si possa raggiungere il risultato massimo (con 6 punti in più si lottava per la Champions League).
Ma di chi sono le colpe dell’ennesima stagione mediocre? Del popolo granata che nonostante lo stadio quasi sempre pieno e prestazioni di squadra imbarazzanti, osano contestare una Società inadeguata e quasi inesistente, soprattutto dopo il 4 maggio e gli insulti ai tifosi da parte di alcuni giocatori. I risultati di questi anni di Juric? Due decimi posti come a Verona e nono in questa stagione.
Nel mentre si cerca un sostituto per la prossima stagione tra la confusione totale, la prossima avversaria vinceva l’Europa League solamente sognata dal popolo granata. Ma come si è arrivati ad un trionfo del genere? Con la programmazione, la competenza e soprattutto la passione del Presidente Percassi, arrivato 5 anni dopo Urbano Cairo alla presidenza.
L’Atalanta è a tutti gli effetti un modello che sarebbe replicabile se ci fosse la volontà e con un gruppo dirigente competente e capace. Valorizzazione della rosa e plusvalenze ben reinvestite.
Dal 2016 la Dea ha incassato 299 milioni di plusvalenze investite sul mercato con acquisti mirati e funzionali al gioco di Gasperini (mai sostituito!). Gli acquisti più onerosi quelli di Scamacca (25 milioni) ed El Bilal Touré (29 milioni) ma poi Lookman (15 milioni) e De Ketelaere in prestito con riscatto.
Il vero segreto è un settore giovanile ben radicato sul territorio fin dai primi calci (senso di appartenenza) ed uno scouting di primo livello (il Toro non ha più osservatori). Un modello replicabile? Assolutamente sì, basta investire e metterci passione!
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