L%E2%80%99ARTE%2C+LA+PIETA%E2%80%99+E+IL+CONTAGIO+%26%238211%3B+l%26%238217%3Beditoriale+del+direttore
lecodellitoraleit
/larte-la-pieta-contagio-leditoriale-del-direttore/amp/

L’ARTE, LA PIETA’ E IL CONTAGIO – l’editoriale del direttore

Giorgio Vasari racconta che nell’estate del 1502, Luca Signorelli, che stava ultimando gli affreschi della Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto, fu folgorato dal dolore per la morte del figlio Antonio, nel fiore dell’età ed avviato alla sua stessa carriera , contagiato dalla peste che imperversava in Cortona. Allora il Maestro, recatosi al cospetto del figlio, ne fece spogliare il cadavere e “con grandissima constanza d’animo, senza piangere o gettar lacrima lo ritrasse, per vedere sempre che volesse, mediante l’opera delle sue mani, quella che la natura gli aveva dato e tolto la nimica fortuna”. Luca replicò poi il soggetto nel “Compianto”, per la Chiesa di Santa Margherita, sempre a Cortona e quindi – in quell’anno – ne affrescò una copia autografa nel Duomo di Orvieto. Ecco, dunque, che di questi tempi dolorosi per la globale collettività umana e in particolare per la comunità cristiana, i riti della Pasqua assumono un particolare significato. Così oggi ho pensato a capolavori alternativi rispetto alla celeberrima Pietà di Michelangelo Buonarroti, come la Deposizione di Ippolito Scalza, che con stupore ho recentemente potuto ammirare nel Duomo di Orvieto, rinascente per le straordinarie opere recuperate e riesposte, dopo centoventidue anni di oblio nei magazzini. Mi riferisco comunque in particolare al travaglio artistico di Luca Signorelli che, nel dipingere il figlio morto di peste, trasfuse nell’opera il suo strazio ed il suo disperato riuscito tentativo di restituirlo a vita perenne. Infine, credo che si possa evocare una speranzosa metafora, proprio nell’accostare l’arte all’emergenza, a conferirle un ruolo salvifico attraverso l’esaltazione dei buoni sentimenti, nell’artificio di cui soltanto l’uomo stesso è capace.

***La Pietà di Ippolito Scalza –

La Pietà o Deposizione è un gruppo marmoreo che si trova all’interno della Cattedrale di Santa Maria Assunta – Duomo di Orvieto e che  è stato magistralmente scolpito nella seconda metà del XVI secolo da Ippolito Scalza,  scultore e architetto, realizzatore di tre della quattro guglie. L’opera venne iniziata nel 1570 e completata ben nove anni dopo, nel 1579. Ricavata da un unico blocco di marmo, si compone di quattro figure: il Cristo, esanime, adagiato sul grembo della Vergine Maria, Nicodemo con il volto chino verso la figura di Gesù, mentre con una mano regge la scala e il martello e nell’altra stringe le pinze (strumenti della Crocifissione) infine la Maddalena, inginocchiata con il volto poggiato sulla mano di Cristo.

Ruggero Alcanterini

Published by
Ruggero Alcanterini

Recent Posts

Amici 24, l’allievo preferito dal pubblico pronto a lasciare: “Fuori anche lui”

Amici 24, l’allievo preferito dal pubblico pronto a lasciare: "Fuori anche lui". Cosa sta succedendo…

54 minuti ago

Marco Masini, ex fidanzata di Uomini e Donne e ritocchino estetico nel passato del tutor di Ora o mai più

Oggi nel ruolo di tutor di Ora o mai più, Marco Masini è uno dei…

6 ore ago

Bonus libri anche per il 2025: chi può richiederlo, requisiti e importi erogabili

Bonus libri anche per il 2025, tutto quello che c’è da sapere per fare la…

8 ore ago

Grande Fratello, colpo della produzione, nella casa entra la famosa conduttrice

Grande Fratello, dopo le ultime turbolente puntate, ecco un colpo della produzione: nella casa entra…

16 ore ago

Giulia De Lellis e il regalo a Tony Effe, qualcosa non torna: la frecciatina social

Giulia De Lellis e Tony Effe tornano di nuovo sotto i riflettori, ma questa volta…

19 ore ago

Un Posto al Sole, colpo di scena: grande ritorno a Napoli

Nelle strade di Napoli, "Un Posto al Sole" continua a tenere con il fiato sospeso…

21 ore ago