– Gira che ti rigira, la “marzianità” dell’uomo si va rivelando più di una semplice ipotesi. La fantasia di Orson Welles negli anni trenta e di Ennio Flaiano nei cinquanta avevano anticipato quanto adesso la sonda Mars Express ed il radar italiano Marsis ci confermano e cioè che, con la presenza dell’acqua, la vita su Marte era ed è probabile. Mentre il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Battiston, ci annuncia che l’europea ExoMars , a guida italiana, inizierà a lavorare sul “pianeta rosso” ,alla ricerca degli alieni, tra un paio d’anni, a Bresso, nel milanese, la presenza della vita aliena nell’acqua “potabile” è già cosa certa: sempre ricercatori italiani, quelli dell’ATS Città Metropolitana di Milano, hanno scoperto i batteri della legionella nel sistema idrico. A fare le spese del degrado sono stati gli anziani, deceduti e ricoverati. Ecco, dunque, il paradosso dell’italica realtà fatta di genio e sregolatezza. Sappiamo benissimo che la gran parte degli acquedotti italiani sono colabrodo e sono a rischio di contaminazioni per problemi di manutenzione, per non parlare dei rischi da amianto che ripropongono quello che capitava ai romani con il piombo delle tubature. Insomma, se da una parte non possiamo che gioire per il successo dei nostri uomini di scienza, dall’altra, riflettendo sul pianeta Marte , una volta lussureggiante ed oggi desertificato, pensando al pianeta Terra in fase di compromissione, non possiamo che preoccuparci e ripetere la domanda che fu fatta da un ascoltatore a Welles dopo il suo clamoroso scherzo radiofonico del 30 ottobre 1938 , con il falso annuncio dell’invasione marziana: “Ma, a che ora è la fine del mondo ?”. Oppure fare nostra la battuta di Flaiano, autore di Un marziano a Roma nel 1953: “E pensare che questa farsa durerà ancora miliardi di anni, dicono.”