In una situazione confusa, complicata, carica d’incognite e piena di attese che potevano essere tradite, ci voleva uno come Lionel Messi, la “pulce” blaugrana, per risolvere lo stallo e così è stato. Lui ha segnato una storica tripletta di gol all’Ecuador con cui ha salvato l’onore dell’Argentina, che ha passato il turno per il “Mondiale” 2018, da cui rischiava di essere esclusa.
Ecco, dunque, che un catalano d’adozione passa alla storia esportandone l’essenzialità, lo spirito vincente che è caratteristica del Barca e della sua “cantera”, proprio nel giorno in cui ci si aspettava uno sviluppo shakespeariano della lotta per l’indipendenza, di cui è capo il presidente Carles Puigdemont.
Ma così non è stato. Il corvino condottiero della Generalitat ha messo le vesti del temporeggiatore ed ha passato la mano in attesa della mossa del suo competitor in quel di Madrid, Mariano Rajoy Brey…
Questo è stato l’elemento meno vibrante di una vicenda, che ha stupito il mondo e che sta consumando il tempo in cui galoppano le emozioni, in cui le decisioni avvengono nel tumulto del cuore.
Adesso scenderà inesorabile la temperanza a spegnere il subbuglio delle pulsioni, con la delusione dei sensi e la nostalgia per l’occasione mancata, mentre di lontano arriva confortevole l’eco di un trionfo delegato, quello di un figlio adottivo, del “triplete” Messi.
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