Il 16 aprile del 2012, dopo la tragica morte sul campo di Piermario Morosini scrissi quello che mi sento di confermare oggi, dopo l’altrettanto dolorosa improvvisa scomparsa di Davide Astori: “Noi, dall’età della ragione e comunque insieme a tanti compagni della promozione sportiva, dell’atletica, dove il Presidente, poi Segretario Generale del CONI, medico e studioso, era stato Bruno Zauli, sappiamo quanto il rischio da sport sia stato considerato già dagli Anni ’60 e comunque a partire dai Giochi di Roma, quando lo stesso Zauli si fece carico di uno scrupoloso studio sulla salute dei partecipanti alle gare di atletica leggera. Chi non ricorda l’attività prestigiosa dei prof. Venerado e Riccioni. Chi non ricorda i reiterati appelli dei promotori dello sport per tutti e dello stesso CONI impegnato nella rivoluzione dei Giochi della Gioventù dal 1969, affinché oltre al diritto allo sport venisse garantita una adeguata verifica sanitaria della idoneità. Se per fortuna, l’idea della pratica sportiva si è evoluta e diffusa sino a contare circa la metà della popolazione italiana coinvolta anche episodicamente, con una vasta propensione al privato e al “fai da te”, per altro verso non è stata sufficientemente promossa e sviluppata la cultura del rispetto del proprio corpo, facendo ben capire che praticare sport è fattore di prevenzione salute, ma che non sempre lo sport fa bene. A fronte della “fatalità” di cui sono stati stato vittime professionisti dello sport, particolarmente tutelati e comunque esposti ad eventi traumatici, esiste un esponenziale fattore rischio per milioni di persone, che si sottopongono spontaneamente senza regole e controlli ad assurdi e pericolosi stress da sport amatoriale, senza differenza di sesso, censo, condizione economica, razza e latitudine. In poche parole, se la pratica dello sport può e deve essere un diritto, quindi per conseguenza una potenziale formidabile risorsa per la prevenzione salute e un minore costo della sanità, voce strategica della NOSTRA ECONOMIA, allora è giunto il momento delle decisioni storiche, nell’interesse della nostra società civile e della sua qualità complessiva di vita, ovvero che lo Stato, e per esso il Governo, facciano la propria parte, quella fondamentale che va oltre lo sport della domenica. “
Ruggero Alcanterini
Direttore responsabile de L’Eco del Litorale
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