E sì, purtroppo la ruota, che ha segnato un cambio radicale per il progresso della civiltà e l’alterazione dei ritmi e degli stili di vita dell’uomo, continua a girare. Il purtroppo ci sta per quello che rappresenta di negativo nell’evolversi inesorabile del tempo. Ieri, con Charles Aznavour e Stelvio Cipriani, se ne è andato anche il nostro “decastar”, Franco Sar, uomo di ferro e pieno di umanità, simbolo “azzurro” della ecletticità in atletica, massima dote per uno sport dove l’individualità è connotazione distintiva e le staffette fanno l’eccezione. Essere decathleti significa fare squadra di se stessi e fare armonia di tante diverse discipline, ovvero il massimo dell’equilibrio e della temperanza, con tanto cuore e soprattutto tanto cervello. Questo era stato Sar, ottantaquattrenne di Arborea , naturalizzato per sport a Monza . Ma cosa dire del novantaquattrenne Aznavour e dell’ottantunenne Cipriani, se non che si trattasse di personaggi straordinari, conosciuti ed amati, resi immortali dalle loro creazioni e performance musicali , che hanno accompagnato e accompagnano la collettività degli umani da generazioni. Mia madre cantava fraseggiando i pezzi di Charles, La Boheme ed io mi sono riconosciuto spesso in “anonimo veneziano” , straordinaria colonna sonora per il sentimento d’amore . “I tuoi occhi sono fonti, nelle cui silenziose acque serene si specchia il cielo. L’amore si è abbattuto sulla mia anima, come i raggi del sole fanno aprire i petali dei fiori. La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, così profondo il mio amore; più te ne do, più ne ho, perché entrambi sono infiniti.” Questo il pensiero di William Shakespeare, che come sapete è stato anche l’autore del concetto di correttezza e lealtà nella sintesi “fair play”, quello che certamente non ha difettato nella vita di Franco, Charles e Stelvio, tutti campioni della gentilezza.