L’aggressione presunto sfondo razziale di ieri, compiuta da due nostri coetanei (17 e 18 anni) ai danni di un giovane richiedente asilo che passeggiava in centro, è la diretta conseguenza di un profondo vuoto istituzionale, di una scuola che non è realmente per tutti e di tutti. La scuola dovrebbe insegnare prima ancora delle semplici nozioni la cultura del rispetto e dell’umanità, dovrebbe spiegare che la violenza non è uno strumento giusto.
Il fatto che si verifichino aggressioni come questa, in cui più persone ne rincorrono un’altra munite di bastoni, in pieno giorno nel centro cittadino, indica che c’è ancora molto lavoro da fare nelle scuole, nelle case così come in tutti i luoghi in cui agiscono le istituzioni, per porre un freno a situazioni di disagio sociale ed alla formazione di pregiudizi.
Ci siamo stupiti di come dei nostri coetanei siano arrivati a compiere tali azioni ma c’è bastato leggere la stampa locale e le reazioni a questa notizia per capire cosa provochi questi eventi: dalla stampa che sminuisce gli aggressori definendoli solo “balordi” ai commenti espressi sui social da alcuni cittadini. Ecco: questa è l’Anzio che non ci piace, l’Anzio che non vogliamo per il nostro futuro, l’Anzio che vogliamo cambiare. Ma per fortuna c’è un’altra Anzio quella del signore che per primo ha assistito questo ragazzo, quella che lavora tutti i giorni per la sensibilizzazione, quella che non si piega ad un clima di odio permanente e pretende che le istituzioni facciano la loro parte nel migliore dei modi: questa è l’Anzio che vogliamo.
In attesta che le autorità preposte chiariscano del tutto quanto accaduto in questa giornata esprimiamo la nostra solidarietà al ragazzo aggredito condannando tutte le forme di violenza.
Rete degli Studenti Medi
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