3 settembre 2018
– La riproposizione di un mio scritto di due anni fa, legato alla straordinaria storia dello studioso tedesco Leo Frobenius ed anche in memoria della seconda vita di Leni Riefenstahl, la insuperabile regista di Olympia, nonché di Karen Blixen, rende omaggio all’immensità della storia e della cultura africana, ancora e sempre più vilipese dalle tragiche vicende che hanno stravolto e che continuano a fare strame del Continente Nero, che avrebbe di per se quante e più risorse occorrerebbero per renderlo ampiamente autosufficiente. Purtroppo, da millenni quella terra promessa è oggetto di cupide attenzioni, fonte di illecita ed amorale ricchezza per ogni sorta di avventurieri e cinici sfruttatori, oggi ridotta anche a pattumiera per i rifiuti tossici di mezzo mondo, compresi i nostri.
Lo sfruttamento delle migrazioni forzate, un tempo verso le Americhe ed oggi verso l’Europa è stata ed è tradizionale, lucrosa e sanguinaria attività di organizzazioni ed associazioni criminali, dedite anche e principalmente al commercio di uomini e donne, bambini resi schiavi con la complicità implicita dell’inerzia delle organizzazioni internazionali, che pure si adontano del compito di contrastare e difendere. Questo riduce il problema all’odioso e vergognoso gioco del cerino per un’accoglienza inadeguata, pelosa e dannosa, proprio perché contribuisce drammaticamente e irreversibilmente alla distruzione del patrimonio culturale africano e contemporaneamente allo stravolgimento degli equlibri socio-politico-culturali- economici dell’Europa, ancora condizionata dalle vocazioni colonialiste e dalle ferite profonde causate da due conflitti mondiali con milioni di morti e rigurgiti di ogni genere, dal comunismo, al fascismo al nazismo, all’imperialismo e al sovranismo , tutti col comune denominatore della speculazione finanziaria, il vero male oscuro, ributtante, che si aggira tra noi umani e ci minaccia costantemente in maniera evidente, ma resa subdola dal mimetismo di cui si ammanta, dai falsi profeti agli ipocriti della comunicazione, dai politici infami ai finti salvatori, dai giustizieri sommari ai dilettanti allo sbaraglio, dalla notte che inesorabilmente si alterna al giorno e che nel buio rende tutti eguali, buoni e cattivi.