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E LA NAVE DELLO SPORT VA …

Ecco, scevri dall’idea che la nostra navigazione non possa comunque continuare, ci mettiamo davanti allo specchio per farci delle domande, giusto per capire quale sia la rotta da intraprendere alla luce del risultati del Congresso Olimpico, posto che il fronte governativo si è definito con il cambio della guardia tra il Ministro Vincenzo Spadafora e la Sottosegretaria Vezzali, piuttosto che tra Giuseppe Pierro e Michele Sciscioli al Dipartimento dello Sport , presso la Presidenza del Consiglio, Organismo creato fin dal 1994 con il Governo Ciampi e che non è mai riuscito ad esprimere appieno le potenzialità, proprio a causa del permanere di una formula ibrida, che vede frammentate le competenze tra Dicastero delegato con Ministro o Sottosegretario di turno, CONI, CONI Servizi e poi oggi Sport e Salute, le Regioni con le loro Leggi ed i loro Assessorati, i Comuni e i Municipi, anche loro con assessorati, oltre le vecchie Province ed oggi le Città Metropolitane, appunto oggetto di complessiva competenza del Dipartimento Sport PCM, con tutte le sue articolazioni, che vanno dalla Segreteria Dipartimentale, al Coordinamento delle politiche per lo sport, alla Segreteria tecnico-amministrativa, alla Programmazione, bilancio, coordinamento e vigilanza, alla Promozione dello sport di base e relazioni internazionali, alla Comunicazione, agli Eventi sportivi, agli studi ed alle ricerche.
In realtà, nel corso di questi ultimi anni e in particolare dal 2017 in poi, anno degli Stati Generali promossi dal CONI, passando per il 2019, anno del cambiamento per l’assetto organizzativo ed economico, con intervento del Legislatore e con la trasformazione di CONI Servizi in Sport e Salute, con la staffetta tra Rocco Sabelli e Vito Cozzoli al vertice dell’Azienda 100×100 MEF, si è acceso il dibattito soprattutto intorno al rinnovo delle cariche associative, federali e da ultimo del CONI. Il dibattito in questione, in realtà, è stato davvero povero di contenuti, perché unicamente incentrato sulla rielezione degli organi direttivi, con il terzo mandato per il Presidente Giovanni Malagò, mentre poco o nulla è emerso sulle prospettive da dare al movimento sportivo italico, stante la necessità di una ripartenza dopo la stasi pandemica, ma soprattutto in funzione di una crescita straordinaria di ruolo legata alla migliore qualità della salute, attraverso una più marcata funzione educativa e culturale, sostenuta da un progetto generale innovativo, a partire da una riforma costituzionale che conferisca alla materia pari dignità non soltanto formale.
Anche se il livello qualitativo della nostra élite agonistica è oggettivamente alto, il problema del Paese rimane quello di essere assolutamente non all’altezza degli standard necessari per evitare i guai derivanti dalla inattività e dai cattivi stili di vita, in parte imputabili proprio alla scarsa cultura motoria della nostra collettività, alla inadeguatezza del sistema scolastico ed alla eterogeneità di quanto in essere da parte dello stesso sistema sportivo, cui andrebbero conferiti mezzi e ruolo adeguati.
Adesso che il CONI farà i conti con il suo status e con le relative risorse umane drenate congressualmente per i suoi vertici, nazionali e regionali, sicuramente avrà un impatto nuovo e diverso con la realtà, posto che questo sarà il primo quadriennio da affrontare in uno scenario sostanzialmente cambiato e che imporrà ripensamenti, stante la trasversalità di cui si verrà a trovare, alla necessità di dare risposte o fare proposte, oltre la propria naturale area di competenza olimpica, posto che la formula originaria del sistema – voluta da Ferretti e Turati nel 1927 – conserva ancora una centralità formale per il Comitato Olimpico, che potrebbe avvalersene, qualora avesse un soprassalto di creatività e orgoglio. Diciamo che forse la scommessa più forte potrebbe essere proprio di profilo culturale, quella in cui occorrono esperienze e competenze, prima ancora che risorse economiche, che possono essere inadeguate, ma anche esagerate, se si rincorrono falsi o effimeri obiettivi. Due per tutti i personaggi storici, esemplificativi di modelli e concetti, cui ispirarsi, superando ogni preconcetto e inutili se, vale a dire Francesco De Sanctis e Maria Montessori, che precursori, tra Ottocento e Novecento, tracciarono una strada ancora valida da percorrere. In quanto al resto, il Governo Draghi potrebbe davvero rappresentare una occasione unica irripetibile per effettuare una drastica svolta, pur nel rispetto di antiche prerogative, sbrogliando prima che poi la matassa in cui adesso è imprigionata la pratica sportivo-motoria degli italiani.
Ruggero Alcanterini

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