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LA MORTA E LA CATTIVA STAGIONE – L’editoriale del direttore

Francamente, sono basito da questo scontato secondo tsunami di DCPM e BONUS, in automatico su conti correnti a prescindere, a fronte della altrettanto scontata seconda ondata del CORONA , tra pianti, strepiti, lacrime da coccodrillo e fuochi d’artificio. Se non fosse una situazione davvero preoccupante per il nostro futuro a breve, medio e lungo, salvo il brevissimo termine, mi sentirei di fare una accostamento con quanto riuscirono a partorire con le loro novelle quei geni di Giuseppe Marotta, un amico della mia famiglia e Giovannino Guareschi, un amico del mio amico generale Giampiero Casciotti. Sembra di assistere peraltro ad uno di quei siparietti rappresentati con insuperabile maestria dal grande Ettore Petrolini e in particolare in una delle sue metaforiche invenzioni, ER CIRCOLETTO, in cui si ritrovano ruoli e situazione apparentemente paradossali, ma perfettamente calzanti, come l’imperativo richiamo “TUTTI AL BUFFET!”, tra un giro e l’altro di quadriglia… Insomma, è vero, siamo finiti sotto un treno, ma una parte della nostra collettività minimizza o rifiuta, dandosi alla trasgressione senza remore, salvo prendersela con le forze dell’ordine, i pompieri e il personale sanitario ai pronto soccorso. La memoria nella nostra collettività è pressoché inesistente e le capacità cognitive sono ridotte all’osso, per cui figura assente la semplice idea che si debbano affrontare emergenze, ognuno con le proprie forze, come capitò con le rivoluzioni, le guerre, le altre pandemie, i terremoti, le crisi energetiche, gli stravolgimenti politici, ideologici, religiosi e sociali. Questa fuga nell’assistenzialismo finirà nel breve con lasciarci senza risorse e senza soluzioni per gli asset strategici, a cominciare da quello sanitario, colpevolmente depotenziato ed oggi priorità assoluta senza adeguate risposte. La rincorsa, di DPCM in DPCM, verso le scadenze rituali, da quelle del Campionato a quelle elettorali e dell’anno scolastico, come quelle del Natale prossimo e poi magari della Pasqua, sino al rinnovo “presidenziale”, non ha senso rispetto alla pandemia da COVID, che non conosce ostacoli formali, salvo il vaccino prossimo venturo, quando sarà, cioè a bocce ferme, dopo il collasso naturale, che il contagio subirà a primavera inoltrata. Allora, tra miriadi di mascherine, ovunque a fare da contrappunto del disastro ecologico, passato in secondo piano ma tutt’altro che in calo, ci accorgeremo di aver esagerato, di aver buttato al vento energie e risorse irrecuperabili. Diversamente avremmo dovuto e dovremmo fare buon viso alla cattiva sorte, come da sempre fanno artigiani ed agricoltori di fronte alla morta ed alla cattiva stagione. La vita si rappresenta come una scommessa fatta di pro e contro, cui nessuno si può sottrarre e rispetto alla quale non esistono scorciatoie.

Ruggero Alcanterini

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Ruggero Alcanterini

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