Finalmente, possiamo salutare la conclamazione della legge del fair play e della sua piena accettazione . Dopo l’applicazione al Milan di quella del “finanziario” da parte della UEFA, con l’esclusione dalle Coppe, ieri l’eliminazione dai Mondiali di calcio del Senegal, a pari punti con il Giappone, ma sotto per numero di ammonizioni. Dunque, il fair play comincia ad assumere un valore non immateriale e soprattutto di pari livello con i meriti agonistici, senza potersi lamentare della malasorte, della rotondità del pallone. Dunque si avvicina il tempo in cui qualcuno potrebbe addirittura dolersi di essere stato sorteggiato, della buona sorte, posto che se Grillo propone la nomina dei senatori per sorteggio , il Presidente Fico della Camera ne sostiene la privazione dei “privilegi”, ovvero l’abbattimento degli appannaggi e la riduzione dei vitalizi. Diciamo che tutti i parlamentari, anche i deputati, potrebbero essere sorteggiati e che indipendentemente dalle capacità e dalle vocazioni naturali potrebbero fare tutto e il contrario di tutto in barba agli orientamenti dei cittadini e dello stato di necessità del Paese. Non risarciti economicamente per la disgrazia di essere stati tirati in ballo dalla sorte, gli improbabili legislatori potrebbero essere comunque ritenuti responsabili di ogni probabile nefandezza e magari premiati per ogni improbabile successo . Bene, ora ditemi che differenza c’è tra l’essere nominati per sorte e l’essere eletti per nomina, in base agli elenchi di formazione “empirica”, che da anni costituiscono la quota prevalente del nostro parlamentarismo e la formazione dei governi. Diciamo che se ci mancava, come ci manca, il raro ma razionale principio della meritocrazia, ora si rischia di andare completamente nel pallone, introducendo – nella cultura che regola la collettività – la legge della sorte, quella che a Roma chiamano del “…a chi tocca ‘n se ingrugna” e che pianifica, si fa per dire, obiettivi e risultati “ a culo”, perdonando il francesismo. Ora, a conferma di questo e con tanti saluti a Macron e alla stessa Merkel, possiamo dire che il nostro “Premier” di turno, non eletto, Giuseppe Conte, se la sta cavando alla grande e che proprio grazie al fatto che la sua carica non è condizionata dal consenso espresso in milioni di preferenze, ma è stato scelto e nominato per un compromesso a tavolino , si sta disimpegnando con l’agilità, la leggerezza o se volete la disinvoltura di chi non è pressato dalle piazze o dagli alleati di Governo, come capita invece al President de la Republique ed alla Bundeskanzler… Intanto, tra gli HOT e gli SPOT di dubbia collocazione, in migranti migrano dal sud verso il nord, migrano in milioni, sospinti dal cinismo economico, attraversando il deserto dell’indifferenza e affondando nel mare della disperazione.
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