Questa del 25 aprile è una giornata di Festa Nazionale, che segna la fine di un incubo ed è epitaffio, anche di una guerra ancor più dolorosa di quella Seconda Mondiale, parlo di quella civile, che ha lasciato ferite profonde nella nostra comunità. Ma c’è un modo distintivo, un costume che identifica la continuità nel rappresentare la frivolezza e la solennità, il tragico e l’umoristico, il privato e l’istituzionale: indossare il frac. Per questo, vi voglio proporre un capitolo tratto da “LA FRUSTA CINEMATOGRAFICA”, un bellissimo saggio scritto nel 1941 (anno della mia nascita) da Eugenio Ferdinando Palmieri. Lo pesco nel piacevole delirio della mia bizzarra e e copiosa bibliomania, pensando a quelli del “muto” come Charlie Chaplin o a quelli del parlato e musicato come Marlene Dietrich e Fred Astaire, per arrivare ai nostri giorni con i cattivi ragazzi di Posh. Insomma, vi voglio proporre un 25 aprile diverso dal solito, una festa da celebrare, perchè no, in frac…
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