In Senato è mancato il numero legale per iniziare la discussione sullo Ius Soli, la legge che, se approvata, avrebbe dato la cittadinanza a quasi 800000 bambini nel nostro Paese.
Sui motivi della mancata approvazione e sui contenuti del provvedimento già approvato dalla Camera dei deputati il 13 ottobre 2015, abbiamo sentito la giurista Alessia Bausone, vicina al Partito Democratico.
Il M5S ha fatto mancare il numero legale in Senato sullo Ius Soli, come mai?
«Ho letto una intervista del senatore del M5S Buccarella dove dice che di ius soli parlano solo giornali e talk show. Al Senato il movimento di Grillo vedeva presenti 20 senatori, mentre 15 erano già beatamente in vacanza. Nessuno di questi 20 si è sentito in dovere di rispondere alla chiamata del Presidente Grasso. Come già fatto sulla stepchild adoption, i grillini sacrificano i diritti dei bambini per bieche manovre elettoralistiche e demagogiche, personalmente lo trovo un modo abietto di fare politica».
A destra, invece, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri chiede le scuse del portavoce di UNICEF Italia Andrea Iacomini colpevole, a suo dire, di aver “oltraggiato le istituzioni” per aver attaccato la politica sulla mancata approvazione della legge a causa di “ipocrisie elettorali”…
«Personalmente penso che il decoro e la serietà delle istituzioni sia leso da chi insulta i disabili al cosiddetto Family Day dichiarando: “Questo non è l’handicappato day” o chi fa il cyberbulletto insultando le ragazze su Twitter per il loro aspetto fisico; tratti su cui il senatore Gasparri si è particolarmente distinto in senso negativo.
Nel suo schieramento non è solo, il senatore Massimo Corsaro, recentemente divenuto noto per gli insulti antisemiti ad Emanuele Fiano, ha twittato “La Juve batte la Roma e quelli dello #iussoli se lo battono in…”, mentre prima della verifica del numero legale sullo ius soli il senatore della Lega Nord Stefano Candiani esponeva in aula un cartello con scritto: “Buon Natale”.
Capisco che le norme di civiltà non possono essere minimamente concepite da personalità di questo calibro, ma davanti ai bambini, indipendentemente dal colore della loro pelle, ci si dovrebbe fermare a riflettere maggiormente o, almeno, provarci o, se non si è in grado, come sembra evidente nel caso loro, farsi aiutare».
Il PD non ha colpe?
«Il PD ha visto mancare 29 senatori, ma per il numero legale ne mancavano 33. Per quanto tali assenze siano da stigmatizzare, il risultato non sarebbe, purtroppo, cambiato. La colpa di non avere i numeri, ma di averci, comunque, provato, è una colpa di cui andar fieri.
Per il resto, abbiamo assistito in Senato ad un “siparietto miserevole”, come lo ha definito Cécile Kyenge, paragonabile, forse, solo a quando nel 2008 alcuni senatori in aula mangiavano la mortadella e bevevano champagne, tra insulti e sputi, per la caduta del governo».
Ma cosa prevedeva questa legge?
«Il superamento della legge 362/1994, una legge nata vecchia (già allora il saldo migratorio era positivo in favore degli stranieri) che a 25 anni dalla sua entrata in vigore non ci si esime dal definire anacronistica. Si voleva introdurre con questa legge, ormai arenata, due nuove fattispecie di acquisto della cittadinanza da parte dei minori; una sorta di ius soli sì, ma temperato, nel senso che avrebbero potuto acquistare la cittadinanza italiana i figli degli immigrati nati in Italia purché uno dei due genitori sia in possesso di permesso di soggiorno permanente (se extracomunitari) o di permesso di lungo periodo (se comunitari) e, quindi, sia residente nel nostro paese legalmente e in via continuativa da almeno 5 anni. La seconda modalità era lo ius culturae: Il minore straniero che sia nato in Italia o che sia entrato nel nostro paese entro il dodicesimo anno di età che abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni nel territorio nazionale uno o più cicli di studi ottenendo un titolo di studio o una qualifica può acquisire la cittadinanza italiana. Spaventoso vero?».
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