Alessandro Coppola candidato sindaco per la città di Nettuno, da cosa nasce la sua candidatura?
Un gruppo di amici, cercava una persona che non fosse inserita nel mondo della politica e mi ha insistentemente cercato per farmi partecipare a questa avventura. Inizialmente non ho aderito, perché ho uno studio avviato dai più di 40 anni, ma mi hanno incalzato costantemente ed alla fine ho accettato
Qual’è la sua visione di città? Che progetti ha per Nettuno?
Io sono nettunese doc, nato nel borgo. I miei genitori erano Nettunesi, i mie nonni lo erano, c’era un osteria nel centro, che era di mio nonno a Piazza Colonna. La percezione della città non deve essere sgradevole, non deve dare l’idea del disagio, le buche, le opere incompiute non ci devono più essere. Nettuno va valorizzato. Io cercherò di fare un programma reale. Ci sono molte idee e Nettuno ha le potenzialità per realizzarle, ha il borgo, il Forte Sangallo, il porto, è un godimento continuo, ma va razionalizzato con un concorso d’idee. Per quanto riguarda la Divina Provvidenza va messa in sicurezza e le associazioni vanno regolamentate. Vorrei divenisse un polo culturale.
C’è stato uno sbarco della politica anziate su Nettuno, per la sua candidatura. Che ne pensa in merito?
Io ho fatto le scuole medie ad Anzio, il liceo scientifico ad Anzio ed ho molti amici ad Anzio. Sono nettunese e capisco questa resistenza dei nettunesi, verso i portodanzesi, ma io tifo per Nettuno e mi fa piacere che il Sindaco Candido De Angelis voglia fare qualcosa insieme. Dopo Roma, Anzio e Nettuno unite, diverrebbero la città più grande del Lazio.
Se la faranno Sindaco quali sono le categorie delle quali si occuperà da subito?
Le categorie meno fortunate e poi tutte le altre indistintamente. Ieri mi sono commosso, ho incontrato nei pressi del cimitero, un disabile che mi ha stretto la mano e mi ha detto: “Coppola se ti fanno sindaco, fammi le strisce e metti la luce che qui non si vede niente”
Ha un messaggio per i cittadini di Nettuno?
Datemi una mano, collaborate io ce la metterò tutta, perché ho deciso di smettere la mia professione, per il bene di questa città, ma da solo non vado da nessuno parte, ho bisogno del sostegno dei nettunesi.
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