Concluso l’iter che riconosce e tutela il sito paleontologico di Sezze a Latina nell’area dei Monti Lepini. Qui sono state ritrovate 200 impronte di dinosauro appartenenti a specie diverse di animali su tre diversi strati geologici. Si tratta delle tracce di brontosauri e sauropodi rimaste impresse nel terreno per millenni e tornate qualche anno fa alla luce, una delle più importanti scoperte del genere a livello europeo. Una scoperta che sta facendo riscrivere la storia geologica del bacino del Mediterraneo. Risalgono al Cenomaniano, ossia la parte superiore del Cretacico Inferiore, qualcosa come 95 milioni di anni fa. Prima di questa scoperta si pensava che il Mediterraneo dovesse essere solo un grande oceano, ora si ha la certezza che c’erano terre emerse in un clima tropicale.
Con un decreto firmato dal governatore Nicola Zingaretti, la Regione Lazio ha concluso l’iter per la tutela del sito nei pressi di Sezze, dove sono state ritrovate delle impronte di dinosauro. Una scoperta tra le più importanti nell’ambito della paleontologia in Italia, che fa diventare il sito in provincia di Latina “tra i più rilevanti in ambito europeo”.
“L’importanza culturale del sito è tale – spiega una nota dell’assessorato Agricoltura, Promozione della Filiera e della Cultura del Cibo, Ambiente e Risorse Naturali della Regione Lazio – anche per la presenza, nell’attuale perimetro, di ulteriori testimonianze di eccezionale rilevanza per la preistoria dell’uomo, con grotte, pitture rupestri e giacimenti paleolitici, nonché evidenze monumentali di età romana legate al municipio romano dell’antica Setia, oggi Sezze. Un ulteriore volano per l’economia sostenibile del territorio”.
“I dinosauri di Sezze – si legge sul sito del Parco dei Monti Lepini – appartengono a diverse specie: ci sono i sauropodi erbivori (meglio noti come brontosauri) e i carnivori bipedi. Sono tutti animali di media taglia, ma parliamo comunque di una lunghezza di circa 4-6 metri e di 8-10 tonnellate di peso per i sauropodi. Dalla presenza degli erbivori si deduce che tutta l’area aveva una folta vegetazione di tipo tropicale. La presenza di impronte è dovuta al passaggio degli animali su aree fangose da poco emerse dalle acque in un’area che lambiva il mare. La nostra sorpresa è stata grande e l’emozione indescrivibile. Ci sentiamo parte del cambiamento della storia geologica e da allora sono diventato uno strenuo promotore dei Monti Lepini e di tutti i suoi geositi. Un articolo scientifico sui dinosauri di Sezze è apparso sulla famosa rivista “Ichnos” dedicata proprio alle impronte di dinosauri e rettili e tutta l’area è ancora sotto attento studio da parte dell’università “Sapienza” di Roma”.
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