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IL TRENICIDIO IN LOMBARDIA, ULTIMO AVVERTIMENTO DI UN DISASTRO ANNUNCIATO

26 GENNAIO 2018– Cari miei, questa è tutta una questione di risorse, di mezzi, di soldi, di euro. E così, dopo gli incendi, le frane, le valanghe, le esondazioni, il crollo dei ponti, lo spappolamento delle strade, la tracimazione dei fiumi, l’obsolescenza ed i crolli nelle scuole, la chiusura degli ospedali, il mancato adeguamento della mobilità nell’Italia del Sud, la prossima vendita di Alitalia con il declassamento di voli interni e aeroporti , adesso cominciano a saltare i binari e a deragliare i treni del Nord, quelli che in teoria dovrebbero costituire le certezze di un sistema in affanno. Paradossalmente, sono tutte conseguenze delle strettoie, dei tagli, delle cure da cavallo imposte dall’Europa dell’Euro, quella della UEM , del Trattato di Maastricht che dal 1992/93 ci ha reso la vita davvero complicata, ha innescato uno sconvolgimento sociale e politico, economico, sino ad apparire come un mostro, una gorgone famelica in agguato, piuttosto che quella virtuosa Federazione degli Stati laici con cittadini alla pari per doveri e diritti, liberi, democratici, ricchi delle loro diversità culturali e ambientali, vertice e faro del mondo per cultura, arte scienza, welfare… Si trattava del sogno, del progetto di uomini come Giuseppe Mazzini e Altiero Spinelli, che certamente non immaginavano che i guerrafondai prima e i paperoni poi si accaparrassero, con la gestione politica ed economica, i destini del Continente e di tutti noi. Non vi sembra una coincidenza inquietante quella che, mentre gli “epuloni” del mondo concertano il nostro futuro nel rituale annuale super esclusivo Forum di Davos, l’Italia, paradigma di quel che capita tra l’incudine e il martello, piange le vittime di questo ennesimo insulto all’intelligenza o episodio del male? Proprio ieri parlavo con un medico, padre di un laureato in scienze motorie, disoccupato in attesa che la scuola italiana incivilisca e introduca l’attività motoria nelle scuole primarie, non tanto e non solo come propedeutica allo sport, quanto come fattore educativo e culturale essenziale per la nostra società che matura male e invecchia peggio, divenendo infine un costo mostruoso per la sanità , le famiglie e l’intera collettività: tutti sanno o dovrebbero sapere che i governi eludono e rinviano questo passaggio scolastico tra terzomondismo e civiltà unicamente per la mancanza in bilancio di quattrocento maledetti milioni di euro. E allora? Beh, credo che ci sia poco da discutere, anzi che le tante chiacchiere e promesse elettorali sparate in libertà non siano altro che ulteriore fumo negli occhi, rumori ottundenti , mentre dovremmo rimettere a fuoco le imprescindibili motivazioni originarie per la realizzazione degli Stati Uniti d’Europa, i fondamentali per restituire fiducia alla politica , che oggi appare preda di improvvisatori e irresponsabili, piuttosto che di cinici speculatori . In definitiva, si avverte proprio l’assenza in campo degli azionisti, ovvero quelli che non hanno mai smesso di pensare all’Europa degli ideali e della giustizia sociale, che hanno continuato ad elaborare ed aggiornare riflessioni e proposte, che sono pronti anche all’emergenza, ma che vengono lasciati fuori da chi a gomiti larghi difende vantaggi e privilegi con giochi miserevoli fatti di inghippi, di escamotage, di marketing finalizzati alla sopravvivenza nel breve termine… Una situazione davvero pericolosa, che registra fenomeni ormai macroscopici di astensione, degrado sociale e territoriale, sfiducia nelle istituzioni e sentimenti di rivolta. Così, non basta evocare l’azionismo e lo spirito europeo in modo eufemistico, come accade da parte radicale, piuttosto che democratica, forzista ed ora addirittura dai “pentastellati”, ma occorre che al diradarsi del polverone si metta di nuovo in opera quel “cantiere delle ragioni” , che fu e deve continuare ad essere la pietra angolare della rinascenza europea, quella del primato della società civile nell’equità, appunto quella dei pari doveri , soprattutto pari diritti e pari sicurezza, Italia ferroviaria compresa.
Ruggero Alcanterini

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