(Adnkronos) – Mentre secondo Hamas sono morte oltre 9mila persone nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto con Israele il 7 ottobre, il valico di Rafah sarà riaperto. Circa 600 le persone in possesso di passaporti stranieri o palestinesi con doppia cittadinanza lasceranno infatti oggi la Striscia di Gaza per entrare in Egitto attraverso il valico, stando all'autorità palestinese di frontiera a Gaza. Delle liste fanno parte 400 persone originarie di Stati Uniti, Svizzera, Grecia, Paesi Bassi, Belgio, Messico, Corea del sud e di altri Paesi. Sono 9.061 le persone morte nella Striscia di Gaza dall'inizio del conflitto il 7 ottobre, dopo il terribile attacco di Hamas in Israele, e tra le vittime 3.760 erano minori, denuncia il ministero della Salute di Gaza, controllata da Hamas, come riporta la Bbc. Secondo il bilancio, i feriti sono più di 32.000. Intanto nuovi attacchi aerei israeliani hanno preso di mira il campo profughi di Jabalia, a Gaza, per la terza volta negli ultimi giorni secondo le ultime news di oggi, giovedì 2 novembre 2023. Lo riporta al Jazeera, secondo cui almeno tre palestinesi sono stati uccisi e molti feriti nel bombardamento di una casa. "Le forze israeliane si sono impegnate durante la notte in battaglie prolungate con i terroristi, assistite dal fuoco delle brigate dell'artiglieria e dei carri armati, da un aereo da combattimento e da una nave che ha lanciato missili dal mare. Alla fine dei combattimenti, decine di terroristi sono stati uccisi", ha dichiarato l'Idf in un comunicato. Quasi 200 persone sono state uccise e almeno 777 ferite nei primi due bombardamenti del campo martedì e mercoledì. Secondo un rapporto pubblicato dal Government Media Office di Gaza, altre 120 persone risultano ancora disperse. Sono 242 gli ostaggi trattenuti da Hamas nella Striscia di Gaza. Lo confermano le forze israeliane (Idf), come riporta Haaretz. Continuano nel frattempo gli scontri a fuoco al confine tra Israele e Libano. L'esercito israeliano ha confermato che uno dei suoi droni è stato abbattuto da un missile terra-aria lanciato dal Libano. L'Idf ha dichiarato di aver attaccato il gruppo di militanti che avrebbero lanciato il razzo. E' la seconda volta dall’inizio della guerra che Hezbollah colpisce un drone israeliano. Nelle ultime tre settimane, il gruppo armato sciita libanese e l’esercito israeliano sono stati impegnati in scaramucce, relativamente limitate nella loro portata e geografia. Ma dalla scorsa settimana, abbiamo visto entrambe le parti sparare più profondamente l’una nel territorio dell’altra, in una mossa che secondo gli esperti segna un nuovo livello di confronto. Gli aerei da guerra israeliani hanno inoltre iniziato all'alba una serie di raid nelle vicinanze dell'ospedale Al-Quds riferisce l'agenzia di stampa palestinese Wafa, citando la Mezzaluna Rossa palestinese, a cui è affiliata la struttura medica nel quartiere Tal Al-Hawa, a sud di Gaza City. Le atrocità e gli attacchi israeliani contro Gaza, che hanno ucciso quasi 9.000 palestinesi nell’enclave assediata dal 7 ottobre, costituiscono un “genocidio”. Lo ha dichiarato un alto funzionario delle Nazioni Unite per i diritti umani. Craig Mokhiber, che era direttore dell’ufficio di New York dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha scritto nella sua lettera di dimissioni del 28 ottobre che le azioni militari di Israele a Gaza sono un “genocidio da manuale” e ha accusato le Nazioni Unite di “non riuscire” ancora una volta ad agire. "Sono abbastanza fiducioso come avvocato per i diritti umani nel dire che ciò che vedo accadere a Gaza e oltre è un genocidio", ha detto ad Al Jazeera. "Le scene di carneficina che provengono dal campo di Jabalia, nella Striscia di Gaza, in seguito agli attacchi di ieri e di due giorni fa, sono orribili e spaventose". Lo scrive l'Unicef, aggiungendo che "anche se non abbiamo ancora una stima delle vittime tra i bambini, le case sono state rase al suolo, centinaia di persone sono state evidentemente ferite e uccise e fra loro molti bambini". "Questi due attacchi – prosegue l'Unicef – fanno seguito a 25 giorni di bombardamenti (oggi 26) in corso che, secondo le notizie, hanno provocato la morte di oltre 3.500 bambini – senza contare i morti di ieri – e il ferimento di oltre 6.800 bambini. Si tratta di oltre 400 bambini uccisi o feriti al giorno, per 25 giorni di fila. Questa non può diventare la nuova normalità. I campi profughi, gli insediamenti per gli sfollati interni e i civili che li abitano sono tutti protetti dal Diritto internazionale umanitario (Diu). Le parti in conflitto hanno l'obbligo di rispettarli e proteggerli dagli attacchi". "Attacchi di questa portata contro quartieri residenziali densamente popolati possono avere effetti indiscriminati e sono assolutamente inaccettabili. I rifugiati e gli sfollati interni sono protetti dal diritto internazionale umanitario. Le parti in conflitto hanno l'obbligo di proteggerli dagli attacchi. I bambini hanno già sopportato troppo. L'uccisione e la prigionia dei bambini devono finire. I bambini non sono un obiettivo. L'Unicef – conclude – ribadisce il suo urgente appello a tutte le parti in conflitto per un immediato cessate il fuoco umanitario, per garantire la protezione di tutti i bambini e per un accesso umanitario sicuro e senza ostacoli per fornire aiuti salvavita su larga scala in tutta la Striscia di Gaza, secondo il Diritto Internazionale Umanitario". Secondo Medici Senza Frontiere (Msf), più di 20.000 feriti sono ancora intrappolati nella Striscia di Gaza , nonostante l’evacuazione di alcuni titolari di passaporto straniero e di palestinesi gravemente feriti oltre il confine con l’Egitto mercoledì. Msf ha affermato che 22 membri del suo staff internazionale a Gaza erano tra coloro che hanno lasciato il territorio attraverso il valico di frontiera di Rafah. “Tuttavia, ci sono ancora oltre 20.000 feriti a Gaza con accesso limitato all’assistenza sanitaria a causa dell’assedio”, si legge in una nota dell'organizzazione, aggiungendo che il personale palestinese di Msf sta ancora offrendo assistenza nel territorio e un'altra équipe internazionale è in attesa di entrare nel territorio per sostituire coloro che se ne sono andati “non appena la situazione lo consentirà”. L’organizzazione ha poi chiesto l’evacuazione di un maggior numero di persone, nonché un cessate il fuoco e l’ingresso di aiuti. “Coloro che desiderano lasciare Gaza devono poterlo fare senza ulteriori ritardi. Deve anche essere concesso loro il diritto al ritorno”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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