Non si placano a Nettuno le polemiche nel Movimento 5 Stelle. A distanza di mesi le vicende che hanno portato alla caduta del sindaco Angelo Casto tengono ancora banco. A parlarne è un autorevole esponente del Movimento, il senatore della Repubblica Emanuele Dessi. Il parlamentare grillino, autore di un post molto “cliccato”su fb, torna sulla questione Nettuno e non solo.
Senatore Dessi, perché questa reazione così critica nei confronti di Angelo Casto, quando lei stesso ha sostenuto la sua candidatura?
“Sono stato un suo convinto sostenitore da quando l’ho conosciuto, perché l’ho sempre ritenuto una persona perbene, capace, che meritava il mio appoggio e sono rimasto di questa convinzione fino a quando è caduto il Comune. In quel momento, si sono palesati comportamenti e situazioni che non conoscevo e mi hanno lasciato di stucco, l’incapacità di trovare un quadra tra i consiglieri. È stato preso un assessore rivelatosi essere una persona intercettata, che ha detto una frase scandalosa nei confronti di un magistrato e non ho visto nessuna frase o atteggiamento di Casto, per dissociarsi da quella frase. Inoltre in un articolo che rilasciò al “Il Messaggero” invece di chiamare ad una condivisione di tutti i livelli del movimento per cercare una quadra, per saldare un gruppo che funzionava bene, ha fatto un attacco per sfasciare, senza motivazioni nei miei confronti, di quelli di Daniele Mancini e Roberta Lombardi. Nessuno si può permettere di dire, per la persona che sono, che ho fatto firmare una sfiducia nei confronti di Casto, non ho nemmeno i numeri dei consiglieri. È un’accusa, che non posso tollerare. Per questo motivo, dopo mesi, non avendo ricevuto da parte sua risposte, nonostante abbia mandato dei messaggi per cercare di chiarire, ho deciso di rivolgermi ad un legale, rendendo pubblici e trasparenti questi atteggiamenti che non ritengo consoni, per una persona del suo ruolo. Mi dispiace per il M5S di Nettuno, era il fiore all’occhiello del Movimento. La ritengo tra virgolette, una sconfitta personale. C’è sempre stata una bella sinergia tra gli assessori Pompozzi, Fiorillo, Salvatori e Mancini sempre disponibili come i consiglieri. Ho un bellissimo ricordo. Vedere questo clima distrutto, laddove un sindaco avrebbe dovuto tenere unite tutte queste bellissime forze ed energie, è per me è una delusione.”
Quindi la sua opinione è in contrasto con la decisione del collegio dei probiviri del Movimento che, in una nota stampa, definirono traditori i quattro consiglieri che sfiduciarono Casto?
“È chiaro che da un punto di vista strettamente formale, delle persone che hanno votato la sfiducia ad un sindaco del movimento, devono essere emendate. È evidente, che questa è una valutazione legislativa regolamentare. La mia è personale e politica. Io non sono stato contento che quattro persone, lo abbiano fatto cadere, ma devo capire l’evoluzione, che li ha portati ad un atto del genere. Così come vorrei capire gli altri dieci, come sono arrivati a chiedere la testa di cinque assessori, solo perché hanno dato disponibilità di ricoprire altri incarichi, che nel mondo politico è normale. Neanche è menzionabile come opzione. Poi parliamo di cinque professionisti validi, avvocati architetti ecc. Mi devi dire come fai a sostituire un assessore all’ambiente con una persona che manda messaggi di quel tipo ad un Pm, mentre ha una trattazione su un bando di 70 milioni di euro sui rifiuti. Mi si drizzano i capelli in testa che non ho.”
Lei parla di un giornalista nel suo post Fb definendolo amico del Sindaco, chi é?
“È un giornalista dell’Espresso, Andrea Palladino, perché, praticamente ad orologeria, è uscito con un articolo che parlava delle mie frequentazioni “particolari” con Domenico Spada. Cosa falsa. Non é un pezzo giornalistico, ma un pezzo da picchiatore della carta stampata. Angelo Casto mi ha sempre detto di essere amico di Andrea Palladino. Quando voleva far uscire le sue iniziative, su qualche giornale, per fare propaganda della sua attività politica, si rivolgeva a lui, diceva che era un suo amico anche davanti ad altre persone.”
Che ne pensa del risultato elettorale sul litorale del movimento 5 Stelle? Perché nelle altre tre città non é stato possibile importare il modello Pomezia?
“È un modello replicabile, che nasce da un grande lavoro, solo quando si hanno le condizioni, cioè un gruppo forte, compatto, coeso e con grandi personalità. Non sempre è facile replicarlo. Ad Anzio, uno dei comuni più grandi del Litorale, il Movimento è stato spaccato in tre liste in attesa di certificazione. Cinque anni di litigate con il portavoce eletto ed i gruppi. Non c’era grande qualità e grande competenza e gli elettori informati e consapevoli, hanno preferito rimanere a casa. Una formazione importante la votano. Dopo cinque anni di centro destra si è parlato di commissariamento, di un’amministrazione spaccata. Hanno dovuto cercare un vecchio dinosauro della politica come De Angelis per avere un candidato spendibile, che tra l’atro non stava nemmeno bene e non lo volevano candidare. Avevano una paura incredibile del ballottaggio. Purtroppo, la mancanza di offerta importante da parte del centro sinistra e del M5S, ha portato a questo risultato.
Se i gruppi guardano solo il proprio interesse personale e non dei cittadini e del Movimento… Su Anzio, se fossero stati gruppi giustI nei tempi , per la collaborazione, saremmo arrivati al ballottaggio e avremmo potuto vincere. Anzio meritava di essere amministrato dai 5 stelle.”
Perché vuole querelare Casto ed il giornalista Andrea Palladino?
“Perché voglio, tutelare il M5S. Perché, se noi facciamo passare il concetto che un senatore della Repubblica, un ex vice sindaco sovrintendente capo della Polizia di Stato ai Servizi Antimafia, una candidata presidente della Regione Lazio, attualmente capogruppo, tramino per la caduta di un sindaco del 5 stelle, non saremmo diversi da un partito dell’arco costituzionale. Non capisco come gli è venuto in mente ad Angelo Casto di sparare una balla del genere, su quali basi l’ha tirata fuori. Querelo lui ed il giornalista Andrea Palladino. Quest’ultimo ripeto per motivi personali, riguardanti l’articolo diffamatorio sull’Espresso, da lui pubblicato.” Ha detto cose non vere. Io non ho nessun rapporto, con nessuna famiglia mafiosa. Ho avuto solo un rapporto personale brevissimo nell’ambito sportivo, con Domenico Spada rivelatosi, un anno dopo una persona che delinqueva. Mi aveva affidato solo del materiale sportivo, gli ho scritto di venirsi a prendere i sacchi su Fb e Palladino, ha ribaltato la verità, facendo vedere che il mio messaggio fosse una continuità, di rapporto.”
Linda Di Benedetto
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