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IL GIRA RIGIRA DI DINO BUZZATI

– Dal Giro d’Italia per me una manciata di ricordi , per Dino Buzzati, magno autore de Il Deserto dei Tartari e inviato storico de Il Corriere della Sera , il racconto da par suo del 32° abbraccio al Bel Paese, sulle ruote dei “girini” e soprattutto sull’onda delle emozioni generate dai duellanti Coppi e Bartali. Si era nel 1949 , avevo otto anni e ascoltavo dalla radio la cronaca calda ed emozionante, immaginifica, di Mario Ferretti . Quando Coppi stracciò Bartali sulle montagne tra Cuneo e Pinerolo, dandogli dodici minuti e lui pronunciò la storica frase « Un uomo solo è al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è Fausto Coppi » io ne ebbi un dolore profondo e odiai quel malefico verde “occhio magico” della radio di mio padre. Io ero “bartaliano” e per me fu una tragedia, tra gli sfottò dei compagni di scuola. Mio padre ci cantava su, con il ritornello di “TIC TI, TIC TA” : … Gira rigira biondina, l’amore e la vita godere ci fa”… e Buzzati, inviato del “Corsera”, intanto ricamava le righe dell’epica su due ruote, sino al tredici giugno, quando, a Giro concluso nell’Autodromo di Monza, titolava “Non tramonterà mai la fiaba della bicicletta”: … Serve dunque una faccenda stramba e assurda come il Giro d’Italia in bicicletta? Certo che serve: è una delle ultime città della fantasia, un caposaldo del romanticismo, assediato dalle squallide forze del progresso, e che rifiuta di arrendersi. Guardateli, mentre pedalano, pedalano tra campi, colline e selve. Essi sono pellegrini in cammino verso una città lontanissima che non raggiungeranno mai : simboleggiando in carne ed ossa, come in un quadro di pittore antico, la incomprensibile avventura della vita. E questo è romanticismo puro. Sono dei cavalieri erranti che partono a una guerra senza terre da conquistare: e i giganti loro nemici assomigliano ai famosi molini a vento di Don Chisciotte, non hanno membra e volti umani, si chiamano distanza, gradi d’inclinazione, sofferenza, pioggia, paura, lacrime e piaghe…”. Due anni più tardi le due ruote avrebbero prodotto anche altre emozioni, sulle dondolanti note di “Bellezze in biciletta “, tra i rettilinei del Trio Lescano e le curve di Delia Scala e Silvana Pampanini.
Ruggero Alcanterini

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