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GIOELE E LA STRAGE DELLE ANIME INNOCENTI – L’editoriale del Direttore

Fuggite nel sole, volate nel buio/ Non un grido nell’orrido affido/ Era il giorno e già è la notte/ E’ l’orco che vi inghiotte… Ecco, riprendo emozionato parte dei versi che dedicai a Julien, il bimbo di due anni morto in fondo ad un pozzo a Malaga lo scorso anno, dedicandoli oggi a Gioele, rinvenuto ieri tra i rovi di Caronia e quindi ad Alfredino, Angela, Denise, Yara, Lusra, come a tutte le altre anime innocenti, di piccoli ed adolescenti che a migliaia muoiono o semplicemente svaniscono in un mondo che li ignora. Giusto due anni fa scrivevo sull’argomento, dopo la scomparsa di Lushra Gazi in un bosco del bresciano, facendo anche riferimento al precedente di Angela Celentano sparita nel 1996 sul Monte Faito. Rebus angoscianti e irrisolti, come quello di Denise Pipitone, che ci hanno lasciato con il dubbio di una possibile ricomparsa in tempi e luoghi improbabili. Ieri, però, la certezza di un dramma compiuto e l’idea che la natura non può che restituire quel che le si affida, nel bene e nel male. Diciamo che siamo di fronte alla triste realtà di un ennesimo dramma, cui il nuovo fallimento di ricerche molecolari e diversamente il successo dell’intuito non aggiungono nulla se non la conferma della nostra estrema fragilità, fatta anche di sovrastrutture immaginifiche, di sentimenti inconfessabili ma esistenti, di conformismi, di bugie piuttosto che di verità, quelle che ci si ostina a negare pur di fronte all’evidenza dei fatti. Quello che era accaduto il 3 di agosto alla povera Viviana Parisi non era per nulla nella norma. Partita senza telefono, per una direzione opposta a quella dichiarata, era passata al casello con l’assistenza di un operatore, aveva avuto un incidente carambolando in galleria e poi aveva abbandonato l’auto lasciando all’interno ogni cosa, scegliendo l’ignoto, senza por tempo in mezzo, con il figlio Gioele. Cosa volete che sia accaduto dopo ? Possiamo soltanto immaginarlo, pur rifiutandone il solo pensiero. Lo scempio dei due esseri soli ed uniti nella crudele conclusione di vita non si è compiuto con il rito macabro di processi, di cui si rendono inesorabilmente complici elementi come clima, insetti e selvatici, ma si avvia adesso con la litania dei se e dei ma. Ora, consapevoli e del dolore straziante e della disperazione assoluta di Viviana e Gioele, comunque sia andata, pensiamo a come evitare altre tragedie, dando concreto sostegno a chi è in difficoltà, non limitandoci alle diagnosi. Infine, vi rimando al mio scritto del 2018, che rimane di assoluta attualità…
LUSHRA, ANGELA, DENISE, YARA, MIRELLA, EMANUELA SCOMPARSE E POI ? – Cancellata dal clamore suscitato dal crollo del “Morandi” sul Polcevera a Genova, preceduta dall’altra terribile catastrofe autostradale di Borgo Panigale a Bologna, la recente assurda scomparsa di Lushra Gazi, bambina autistica undicenne di origine pakistana, nei boschi di Serle, nel bresciano, si aggiunge per il momento ai misteri italici che si sono sgranati nel tempo, come un doloroso rosario e di cui soltanto la formalità di regole e leggi hanno via via rappresentato in formula dubitativa quella che purtroppo non può che essere la verità intuitiva, della logica. Quando la piccola Angela Celentano sfuggì all’attenzione dei genitori durante una gita sul Pollino, quando la piccola Denise Pipitone svanì davanti alla porta di casa a Mazara del Vallo , quando non fecero più ritorno a casa adolescenti come la studentessa romana Mirella Gregori , la corista vaticana Emanuela Orlandi – tra il maggio e il giugno del 1983 , a pochi giorni di distanza l’una dall’altra – e la ginnasta Yara Gambirasio , il 26 novembre del 2010, si fecero diverse ipotesi senza risposte certe, nonostante moltitudini di ricercatori con cani molecolari, salvo nel caso di Yara, che però fu ritrovata cadavere, stranamente dove era già stata meticolosamente cercata per giorni e giorni. Alla fine, tante ipotesi e nessuna certezza, salvo il rintraccio tramite DNA del suo presunto rapitore ed assassino, dichiarato dai giudici autore dell’efferato omicidio. Ecco, dunque, il “cui prodest scelus, is fecit” della Medea di Seneca, che emerge e ci spinge a pensare che nulla possa rimanere privo di spiegazione razionale e di verità, salvo che si oppongano oscuri interessi diversi, inaccettabili. Purtroppo, quando le cose si complicano, si trova una via d’uscita in un fine formale delle indagini, che però nell’immaginario collettivo non cessano mai di tormentare, lasciando comunque in circolazione il dubbio e con esso potenziali soggetti pericolosi in grado di replicare il crimine. E vado oltre, su quello che è il tema all’ordine del giorno, quello della sicurezza effettiva e percepita, che deve essere considerato come prioritario in un Paese conciato come il nostro, suo malgrado di frontiera. Per questo, concludo sul tema delle scomparse senza risposta, facendo riferimento ai minori finiti nella nebbia in Italia negli ultimi anni. Di questi, molti sono immigrati presi in carico e persi dalle nostre strutture e organizzazioni di accoglienza: dove sono finiscono ? Sappiamo che nel mondo scompaiono ventiduemila minori al giorno. Lungo l’Italico Stivale ogni quarantotto ore un adolescente prende il volo per ignota destinazione e sorte; quattro su cinque degli scomparsi non fanno ritorno; il Lazio in Italia e la Romania in Europa detengono il primato di questo angosciante fenomeno. Credo, infine, che questo debba essere un punto prioritario d’impegno di per lo Stato e per la società civile, che devono fare tesoro delle risorse giovanili e salvaguardarle da ogni forma di pericolo e bieca speculazione.

Ruggero Alcanterini

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