L’amianto rappresenta una seria emergenza per il Friuli Venezia Giulia, la terza regione italiana con la più alta incidenza di malattie asbesto correlate, con una media di 300 decessi l’anno a causa della fibra killer.
A pagare il prezzo più alto in termine di vite umane, sono i territori dell’Isontino, della Bassa Friulana e della provincia di Trieste.
Purtroppo i dati non sono confortanti e considerando la lunga latenza tra l’inalazione delle fibre e la comparsa delle patologie asbesto correlate, ossia il periodo tra l’inizio dell’esposizione all’agente tossico e l’insorgenza della sintomatologia provocata dalla patologia (per questo ad oggi disponiamo di una visione solo limitata del fenomeno), si stima una vera ecatombe nel 2025.
La Regione, con la predisposizione e l’approvazione del” Piano di protezione dell’ambiente” (DPREG n. 108/2018) di decontaminazione, di smaltimento e di bonifica, ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto” ha provveduto a censire la presenza della pericolosa fibra negli edifici scolastici, negli ospedali, negli edifici pubblici, nei locali aperti al pubblico e nelle aziende.
Se per quanto riguarda le bonifiche si è già fatta parecchia strada, dal punto di vista risarcitorio si deve fare ancora parecchio. Oltre ai danni fisici e morali, spesso infatti i malati ed i loro familiari, sono costretti ad ingaggiare dure battaglie legali per vedere riconosciuti i loro diritti.
Per parlare della delicata questione, il 19 ottobre si è svolto a Trieste il Convegno ‘Tra medicina e giurisprudenza’ organizzato dall’Associazione Esposti Amianto, con la partecipazione dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
Oltre a trattare dei risvolti medici, si è discusso ampiamente di prevenzione primaria e secondaria, sottolineando l’importanza della prevenzione, della sorveglianza sanitaria e dell’informazione come strumenti per combattere gli effetti delle malattie professionali.
Se infatti per il mesotelioma, la diagnosi precoce risulta irrilevante ai fini della guarigione, per le altre patologie legate alla esposizione all’amianto, come il cancro ai polmoni, lo screening è fondamentale.
Per parlare di indennizzi e altre questioni giudiziarie, è intervenuto il noto legale Avv. Ezio Bonanni, Presidente ONA, che ha proposto di erogare risarcimenti senza cause civili o penali, al fine di rivendicare diritti propri in conseguenza del lavoro svolto.
Ad oggi, infatti, si rileva un vuoto di tutela rispetto alle c.d. vittime civili ed ai loro familiari, ossia tutti quei soggetti inconsapevoli dell’inquinamento ambientale determinato da alcune attività produttive e che hanno contratto malattie asbesto correlate, che non godono di alcuna copertura in capo alle assicurazioni pubbliche.
Secondo l’avvocato, lo Stato dovrebbe incrementare il fondo vittime di amianto per risarcire direttamente Ferrovie, Fincantieri ed altre aziende che in passato hanno largamente utilizzato amianto. Ciò eviterebbe di impiantare cause risarcitorie contro un numero elevato di aziende pubbliche, che potrebbero ledere l’economia pubblica, abbattendone il valore delle azioni o la capacità imprenditoriale.
“Eviterei ogni contenzioso con questo indennizzo diretto della vittima, a carico del fondo. Successivamente il fondo decide se e come rivalersi contro l’azienda pubblica o privata” dichiara il Presidente ONA Avv. Ezio Bonanni, che con la sua Onlus mette a disposizione, a titolo gratuito, uno staff di professionisti in grado di aiutare tutti coloro che ne fanno richiesta.
Simona Mazza
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