Franco Micalizzi: ritorno al Cinema pensando a Trinità. Ecco una intervista intima e sincera di un gentiluomo della Musica Italiana.
Innovatore, eclettico, vivace, fuori dai canoni, un poeta musicale; un artista a tutto tondo che si esprime con le note musicali, con le parole, con i modi raffinati degni di un animo sensibile che riesce a trasmettere le sue sensazioni sul pentagramma come tra le righe della sua autobiografia uscita da poco : Le chiamavano colonne sonore. Golden 70’s, edita da Viola Editrice.
Franco Micalizzi, classe 1939, è un pezzo di storia della musica italiana per film: compositore e direttore d’orchestra, è autore di tante colonne sonore di successo a partire dagli anni ’70 (Lo chiamavano Trinità – L’ultima neve di Primavera – Lupin III – Roma a mano armata – Napoli violenta – Italia a mano armata…); stimato anche da un regista del calibro di Quentin Tarantino che ha utilizzato i suoi temi in vari film da lui diretti come Grindhouse A prova di Morte e Django Unchained, è in un periodo di grandissima creatività. In attesa di organizzare e far partire, nei prossimi mesi, una tourneè internazionale, e dopo un periodo intenso di Cd destinati ai suoi numerosi ammiratori in tutta Europa, tra cui l’ultimo “Sirene”, tornerà al Cinema prossimamente, in concomitanza con il ritorno nelle grandi sale di un altro mostro sacro del nostro tempo: Terence Hill.
Attesissima questa pellicola di Terence, dove il celebre attore è regista e protagonista: il 19 aprile arriverà nelle sale con Lux Vide Il mio nome è Thomas, storia on the road fra Spagna e Italia, di cui Franco Micalizzi ha scritto il tema dei titoli di testa. Atmosfere western, genere grazie al quale l’attore è diventato un’icona con titoli interpretati in coppia Bud Spencer al quale Terence Hill ha voluto dedicare questo suo nuovo lavoro. E anche Micalizzi, nel comporre il nuovo tema iniziale di questo film, non ha potuto non pensare a lui e ai ricordi del passato.
Franco Micalizzi: un ritorno al cinema per Terence Hill ma un ritorno al cinema anche per te. E’ corretta come affermazione?
“In un certo senso sì. Quello che mi ha fatto più piacere è che sia stato Terence a chiamarmi per chiedere di scrivere il tema dei titoli di testa di Il mio nome è Thomas. Mi ha chiesto di comporre un ideale seguito di Lo chiamavano Trinità e questo mi ha particolarmente elettrizzato; credo, come lo crede anche lui, di averlo accontentato”.
Il tuo tema musicale dei titoli di testa scelto da Terence Hill per “Il mio nome è Thomas” contiene un celebre fischio. Ce ne parli?
“Il tema di Trinità che ho composto 48 anni fa è fischiato da Alessandro Alessandroni, uno specialista nel genere, grande musicalità e talento. Ma quando Terence è venuto da me qualche mese fa, non pensavo più a Sandro, che ormai si era ritirato in Sudafrica. Ma le coincidenze, nel nostro mestiere, sono sempre incredibili. Pochi giorni dopo, arriva una telefonata e quando rispondo sento una voce un po’ ruvida e bassa che mi dice: ” A Frà, come stai?” Non capivo chi fosse e lui ha continuato “Che fai, nun me riconosci più ? So’ Sandro!”, ed è in quel momento che ho subito capito chi fosse. Era Alessandroni, venuto in Italia per un breve periodo. “Quer problema alle labbra che nun me faceva fischià è passato, ora ce riesco bene” ed io subito “Sandro, non mi dire altro, domani pomeriggio sono da te con microfono e registratore, ho un tema che solo tu puoi fare!”. Insomma, tutto è andato come previsto, ed oltre al gran piacere di riabbracciare un vecchio amico, ho realizzato una splendida registrazione del mio tema con un fischio firmato da Alessandroni che stava per compiere 92 anni; la sua grande musicalità ed il suo gusto erano pero’ rimasti intatti, anzi: direi che il suo fischio era ancora più suggestivo. Capirete che è stato un grande dispiacere apprendere, poco tempo dopo da quell’incontro, della sua dipartita. Purtroppo è la vita: succede. Ora che il film sta per uscire, spero che dovunque sia, gli piacerà risentire il suo fantastico fischio”.
Come è nata la genesi musicale del tuo pezzo per il film in uscita di Terence ?
“Questo è il mio lavoro: riuscire a capire lo spirito di una storia e cercare con la musica di dargli non solo supporto, ma anche innalzarne lo spirito; insomma, indovinare il tema musicale più adatto. Terence ha scelto per il suo film solo la versione strumentale del tema, ma esiste anche una versione cantata del pezzo, che quanto prima presenterò al mio pubblico”.
Chi la canta? Ci puoi dare qualche anticipazione?
“Spesso ho tratto dal tema dei miei film delle canzoni cantate. E’ successo con Trinità ed è successo anche ora. Il cantante è un veterano di titoli e sigle, è inglese di nascita e cultura, ma ormai è diventato più romano di me: Douglas Meakin, per me più semplicemente Duggie. Il testo è di una grande collaboratrice, Valentina Ducros. A me piace moltissimo anche questa versione cantata. Sai, quando uscì Trinità l’editore non si aspettava niente di speciale, ma poi scoppiò un tale successo che tra CD, video, suoneria telefoniche e non so cos’altro si registrarono e si registrano ancora vari milioni di utilizzazioni che vanno avanti nel tempo e nel mondo dopo quasi 50 anni”.
La dedica a Bud Spencer di questo film, il protagonista Terence Hill, il fischio di Alessandro Alessandroni, un tema firmato Franco Micalizzi. Pensi che il filo di Trinità unisca per sempre chi è rimasto?
“Possiamo affermare che Terence ed io siamo felicemente i due superstiti di quel grandissimo successo. Anzi, c’e’ anche lo sceneggiatore Marco Tullio Barboni, figlio del regista E. B. Clucher, che all’epoca di Trinità, appena diciottenne, faceva l’aiuto regista con delega al ciak ed oggi è diventato scrittore. Penso siano viventi anche qualche caratterista e un paio di stuntman, ma tutto qui. Di quel successo planerario tutti, chi prima chi dopo, se ne sono andati. Un successo che ogni anno, da quasi 50 anni, continua a rinnovarsi. Trinità è stata una autentica magia”.
La tua è una vita dedicata alla Musica: cosa ti aspetti dal futuro? E quali progetti bollono in pentola?
“Oltre che comporre, io amo anche eseguire con l’orchestra in concerto molti dei miei successi e sono in attesa di combinare una lunga tourneè internazionale, e poi se il cinema o la TV ne avranno ancora voglia, io son come sempre entusiasta perché penso che il meglio debba ancora venire”.
L’ augurio migliore per il tuo ritorno al cinema che potresti ricevere qual è ? E quale quello che tu stesso ti fai?
“Che gli spettatori ritrovino nel mio tema il personaggio Thomas, ovvero Terence Hill attore e regista, e decidano, come hanno già fatto con Trinità, di premiarmi come allora. Quindi mando un grande in bocca al lupo all’amico Terence per questa nuova avventura. A me cosa auguro? I miei pensieri tendono al futuro e a quanti compleanni potrò festeggiare ancora ma poi, riflettendo, capisco che io sono il frutto del mio vissuto, quindi degli anni che mi hanno portato fin qui, e non posso che augurarmi di non perdere mai la gioia che l’amore e la musica mi hanno sempre dato. Abbracciando mia moglie Susanna e i miei favolosi figli Alessandro e Cristiano e tutti coloro che mi vogliono bene, spero di continuare così, come oggi e come ieri, verso il mio domani”.
Lisa Bernardini
Nella foto cover, il M° Franco Micalizzi con Lisa Bernardini, autrice dell’intervista
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