Ecco il senso delle congiunture astrali, quello di dare occasione e motivo per l’ottimismo della volontà. Forse siamo di fronte ad un magico ritorno della cultura atletica, quella della corsa e dei giochi nello stadio. Si, perché con la contemporanea conferma di un nuovo talento dello sprint – come il giovanissimo Filippo Tortu – e la scoperta un altro impianto “more greco”, più piccolo ma tal quale il Domiziano/Piazza Navona ad Augusta Praetoria/Aosta, la dice lunga sul primato italico nell’antica e moderna impiantistica sportiva. Ieri, all’Olimpico, splendeva di nuovo Olympia. C’era il clima giusto della riconciliazione con gli antichi valori, che passarono a Roma per merito di Domiziano, l’imperatore che in Campo Marzio, nell’86 d.C. costruì lo Stadio delle meraviglie in marmo e laterizi, dando vita ai Giochi Agonali in onore di Giove Capitolino. Aspettavamo segnali precisi, inequivocabili e sono giunti puntuali, prima con l’annuncio del rinvenimento di uno Stadio “gemello”, del II Secolo, nella “Terra degli Ottoz”, poi ancora con la potente, fluente prestazione del ragazzo Tortu, che ha segnato facile un tempo difficile, 20.34 .
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